L'ospedale di Avezzano

PESCASSEROLI

Neonata morta, il padre confessa: mi è scivolata dalle mani 

Svolta dopo l’autopsia sulla bimba di 3 mesi. Si segue la pista dell’incidente domestico: «È caduta mentre le davo il latte»

PESCASSEROLI. «Mi è caduta mentre le davo da mangiare col biberon, poi l’ho messa sul letto e ha cominciato a stare male». Sono da poco passate le 18 quando arriva la svolta nell’inchiesta sulla morte di Gaia Ferni, la neonata di Pescasseroli che il prossimo 27 gennaio avrebbe compiuto tre mesi di vita.
Il padre Giorgio Armando, convocato per essere ascoltato in Procura ad Avezzano, racconta un’altra verità. Dopo che per giorni, aveva fornito tutt’altra versione, sostenendo che la piccola aveva cominciato a stare male improvvisamente verso le 10 di mercoledì 17. Quindi la corsa nel vicino distretto sanitario del paese, l’affannosa corsa a rianimare la piccola, la richiesta di soccorsi, gli elicotteri del 118 che non possono alzarsi in volo né dall’Aquila né da Pescara – a causa del maltempo – e l’arrivo al Pronto soccorso dell’ospedale di Avezzano su un’ambulanza scortata dai carabinieri, un paio d’ore dopo la prima richiesta d’aiuto.
Il giorno successivo la Asl, attraverso il suo direttore generale, Rinaldo Tordera, si era affrettata a chiarire che tutte le procedure erano state adottate in modo regolare e che la piccola aveva ricevuto le cure che avrebbe avuto nei pronto soccorso di qualsiasi ospedale. Ma gli stessi genitori hanno lamentato ritardi, tanto che venerdì avevano presentato una denuncia in Procura, visto che la piccola Gaia stava bene, come accertato pochi giorni prima dalla sua pediatra di Castel di Sangro. È stata la coppia a pretendere indagini più dettagliate e non una semplice ricognizione della Asl. Così ieri mattina c’è stata l’autopsia disposta dal sostituto procuratore Maurizio Maria Cerrato, che coordina anche l’inchiesta.
Ed è emersa una ricostruzione differente. Nessuna omissione nei soccorsi. Il medico legale Cristian D’Ovidio ha accertato che la bimba aveva una emorragia cerebrale e una frattura cranica. Una morte violenta, dunque, e non un malore o un misterioso quanto improvviso decesso in culla. Padre e madre, nel primo pomeriggio di ieri, sono stati convocati negli uffici della polizia giudiziaria, accompagnati dall’avvocato Gianpio Cimini del Foro di Avezzano. All’inizio è rimasta l’identica versione degli ultimi giorni. Ma dopo circa quattro ore è arrivata la confessione. Il giovane padre ha raccontato che la neonata le è sfuggita di mano ed è caduta, sbattendo la testa. E di non avere detto niente per paura. Si sarebbe trattato, dunque, di un incidente domestico. L’uomo ha poi chiamato la compagna al telefono. La donna, Barbara Franchi, ha lasciato il posto di lavoro ed è tornata a casa, trovando la figlia che respirava a fatica. 

Al momento l’inchiesta della Procura di Avezzano, con l’ipotesi di reato di omicidio colposo, resta contro ignoti. Nei prossimi giorni il fascicolo, può  essere trasferito negli uffici di Sulmona.
I funerali della neonata, salvo differenti disposizioni della magistratura, sono fissati per domani pomeriggio. A Pescasseroli, una comunità sotto choc.
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