Si scava nei conti di Covone

Arresto per usura del re delle patate, domani convalida
AVEZZANO. Si passano al setaccio i conti di Domenico Covone, l'imprenditore agricolo di 55 anni arrestato mercoledì dalla Guardia di finanza, in flagranza di reato, con l'accusa di usura. I finanzieri cercano di capire se negli oltre 2,5 milioni di titoli trovati ci siano documenti utili a risalire a un'attività di usura.
In attesa dell'udienza di convalida, che si terrà domani alle 10 davanti al Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Avezzano, Claudio Politi, la guardia di Finanza di Avezzano ha avviato la fase investigativa dal punto di vista economico finanziario.
L'attività di polizia tributaria andrà avanti sicuramente per diversi giorni, il tempo necessario per accertare se ci sono corrispondenze a livello fiscale fra le società beneficiarie. Bisogna capire, in sostanza, a che titolo sono stati fatti gli assegni sequestrati.
Avviata anche una fase di interrogatori che porteranno ad ascoltare numerose persone, per ora solo informate sui fatti ma che, secondo l'accusa, potrebbero essere anche presunte vittime di usura.
L'imprenditore agricolo, leader nel Fucino nel settore delle patate, che commercializza anche in Europa, è finito nella rete della guardia di Finanza dopo una serie di indagini avviate a dicembre.
Tutto è partito dalla denuncia presentata da un altro imprenditore della zona. L'uomo, secondo la Finanza, era giunto al punto di non poter più far fronte alle presunte richieste mensili avanzate da Covone, decidendo si rivolgersi alle Fiamme Gialle.
I finanzieri avrebbero scoperto che Covone, amministratore di alcune società operanti nel settore agricolo, effettuava prestiti a tassi usurai alla sua vittima, che a lui si era rivolta per tentare di superare le gravi difficoltà economiche in cui versavano le sue attività imprenditoriali.
L'uomo, sempre secondo l'accusa, aveva iniziato con la richiesta di piccole somme di denaro, in cambio delle quali pare firmasse, a garanzia del prestito, degli assegni post-datati che venivano puntualmente rinnovati mediante la consegna di somme in contanti.
La trappola è scattata mercoledì mattina. I finanzieri di Avezzano hanno prima fotocopiato le banconote, quindi hanno atteso l'incontro fra vittima e presunto usuraio. Incontro che è avvenuto all'interno della sede dell'azienda dell'imprenditore napoletano. Al momento della consegna del denaro sono intervenuti arrestando Covone in flagranza di reato.
Per il difensore dell'arrestato, l'avvocato Davide Baldassarre, nella vicenda «ci sono elementi per poter smontare i capi accusatori. Siamo dell'idea», ha aggiunto il legale, «che questo castello accusatorio abbia delle parti molto labili».
Attualmente l'imprenditore agricolo si trova rinchiuso nel carcere di Avezzano in attesa dell'udienza di convalida di domani mattina.
In attesa dell'udienza di convalida, che si terrà domani alle 10 davanti al Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Avezzano, Claudio Politi, la guardia di Finanza di Avezzano ha avviato la fase investigativa dal punto di vista economico finanziario.
L'attività di polizia tributaria andrà avanti sicuramente per diversi giorni, il tempo necessario per accertare se ci sono corrispondenze a livello fiscale fra le società beneficiarie. Bisogna capire, in sostanza, a che titolo sono stati fatti gli assegni sequestrati.
Avviata anche una fase di interrogatori che porteranno ad ascoltare numerose persone, per ora solo informate sui fatti ma che, secondo l'accusa, potrebbero essere anche presunte vittime di usura.
L'imprenditore agricolo, leader nel Fucino nel settore delle patate, che commercializza anche in Europa, è finito nella rete della guardia di Finanza dopo una serie di indagini avviate a dicembre.
Tutto è partito dalla denuncia presentata da un altro imprenditore della zona. L'uomo, secondo la Finanza, era giunto al punto di non poter più far fronte alle presunte richieste mensili avanzate da Covone, decidendo si rivolgersi alle Fiamme Gialle.
I finanzieri avrebbero scoperto che Covone, amministratore di alcune società operanti nel settore agricolo, effettuava prestiti a tassi usurai alla sua vittima, che a lui si era rivolta per tentare di superare le gravi difficoltà economiche in cui versavano le sue attività imprenditoriali.
L'uomo, sempre secondo l'accusa, aveva iniziato con la richiesta di piccole somme di denaro, in cambio delle quali pare firmasse, a garanzia del prestito, degli assegni post-datati che venivano puntualmente rinnovati mediante la consegna di somme in contanti.
La trappola è scattata mercoledì mattina. I finanzieri di Avezzano hanno prima fotocopiato le banconote, quindi hanno atteso l'incontro fra vittima e presunto usuraio. Incontro che è avvenuto all'interno della sede dell'azienda dell'imprenditore napoletano. Al momento della consegna del denaro sono intervenuti arrestando Covone in flagranza di reato.
Per il difensore dell'arrestato, l'avvocato Davide Baldassarre, nella vicenda «ci sono elementi per poter smontare i capi accusatori. Siamo dell'idea», ha aggiunto il legale, «che questo castello accusatorio abbia delle parti molto labili».
Attualmente l'imprenditore agricolo si trova rinchiuso nel carcere di Avezzano in attesa dell'udienza di convalida di domani mattina.
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