Viaggio nella città vietata ai disabili

Impossibile salire sul treno o andare ai bagni pubblici

AVEZZANO. È una vita difficile, spesso impossibile, quella dei disabili di Avezzano costretti a fare i conti con barriere architettoniche che impediscono in molti casi le più comuni attività quotidiane come prendere il treno, andare all’ufficio Urbanistica del Comune per una pratica, o spostarsi da soli in alcune vie del centro. Se è vero che l’Italia ha un’ottima legislazione è altrettanto vero che, quando si tratta di metterla in pratica, gli enti locali, i progettisti e chi dovrebbe farla rispettare se ne infischiano. La parola d’ordine è “impossibile”. Difatti, se per un disabile è impossibile prendere un treno, arrivare al binario, andare a un bagno pubblico, nessuno paga per questa situazione.

STAZIONE. È il caso della stazione di Avezzano. Non è accessibile ai disabili per due motivi. Il primo perché non è possibile arrivare ai binari dato che bisogna affrontare delle scalinate ripidissime. Operazione difficile anche se ci fosse l’aiuto di diverse persone. In alternativa bisognerebbe attraversare i binari, sempre con l’aiuto di qualcuno che sollevi la carrozzina. Ma si tratta di una manovra vietata. Il secondo motivo riguarda i treni. Molti vagoni non sono dotati del sistema per far salire le sedie a rotelle. L’unica soluzione è abbandonare l’idea del viaggio sulle rotaie e pensare a quello su gomma. Purtroppo per gli autobus la situazione non migliora. I pullman non hanno il sistema per le pedane di sollevamento e spesso, quando sono presenti, sono ripide e pericolose.

PIAZZA TORLONIA. Gli scivoli della piazza verde della città sono pendenti e rovinati. Per arrivare ai giardini bisogna superare ostacoli e si rischia grosso a causa di gradini impossibili da superare con una carrozzina. Basterebbe poco per risolvere il problema, visto che gli scivoli ci sono tutti. Basterebbe metterli a norma.

URBANISTICA. Gli uffici comunali, adiacenti al palazzo di città, sono inaccessibili. All’interno si trovano gli uffici Urbanistica e del settore tecnico, e anche la Protezione civile. Ma il paradosso va oltre la problematica. Infatti, davanti alla palazzina di Piazza Torlonia, è stato realizzato uno scivolo che permette di superare due grossi scalini e di entrare nell’edificio. Una volta all’interno, però, c’è una sorpresa: rampe di scale e niente ascensore.

IL CENTRO. Il cuore della città, ristrutturato dalla passata amministrazione, quindi recentemente, è dotato di scivoli ovunque. Finalmente una buona notizia. Un entusiasmo che però deve fare i conti con la realtà. I sampietrini utilizzati per il manto stradale non sono percorribili con le carrozzine . Le gomme si infilano nelle fessure lungo via Corradini e strade limitrofe e si rimane bloccati. La situazione non migliora se ci si allontana verso via Marconi. I marciapiedi sono dotati di rampe con pendenze eccessive. Si rischia di far ribaltare la sedia a rotelle. Senza considerare poi le buche e le radici delle piante. Ma non è finita. Il passaggio per i non vedenti che porta verso il Comune è stato riparato con del cemento che è friabile e che rende i marciapiedi non praticabili.

LOCALI PUBBLICI. Il problema non riguarda solo gli enti pubblici, ma anche i privati. Non ci sono bar accessibili, o ce ne sono pochissimi. Ma in generale, più del 95 per cento dei negozi e delle attività è inaccessibile. A esclusione dei centri commerciali, fare la spesa per un disabile è impossibile. Eppure, quando si apre una nuova attività si dichiarano l’agibilità e l’avvenuto abbattimento delle barriere architettoniche. «Le autorizzazioni», spiega Stefano Di Giuseppe, responsabile di Help Handicap, «vengono concesse, poi però vai e trovi un gradino di 40 centimetri».

PARCHEGGI. Un altro grande problema è quello dei parcheggi riservati, questione determinante per la vivibilità di una città. «Sono sempre occupati, anche da chi non ne ha bisogno», dice Di Giuseppe. Da un censimento stilato tre anni fa il numero di concessioni di tesserini supera le 1.200 unità. Un numero ritenuto eccessivo, da parte delle associazioni del settore, se incrociato con il numero dei disabili. «Purtroppo la nostra non è una città accessibile», conclude Di Giuseppe, «c’è poco di vivibile, almeno per noi. Non si tratta di problemi dell’oggi, ma di questioni che stentano a trovare soluzione. Se non è possibile abbattere tutte le barriere architettoniche, sarebbe opportuno creare percorsi accessibili che colleghino i punti chiave della città in modo che i disabili possano usufruire dei servizi principali».

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