Addio al nuovo stadio Adriatico a Pescara, le Belle arti: non si può toccare

La Soprintendenza vincola l’intera struttura. Sebastiani: «Salta il piano per il nuovo impianto». Ma il Comune ricorre al Tar

PESCARA. Lo stadio Adriatico-Cornacchia non si può toccare. La Soprintendenza per le belle arti e il paesaggio d’Abruzzo ha fatto scattare i vincoli architettonici sull’intera struttura, bloccando qualsiasi intervento di ristrutturazione e di ammodernamento dell’impianto sportivo. La decisione, arrivata ieri mattina in Comune, è stata come una doccia fredda per l’amministrazione, che sta portando avanti, insieme alla società del Pescara calcio e alla Lega di B, il progetto per rifare interamente lo stadio, simile a quello della Juventus, con negozi, ristorante e bar. «Ora quel progetto rischia di saltare», ha commentato il presidente del Pescara calcio Daniele Sebastiani. Ma il sindaco Marco Alessandrini ha già preannunciato «una battaglia legale», probabilmente con un ricorso al Tar.

Altro no dalla Soprintendenza. A due settimane dalla bocciatura del Ponte del cielo e dall’apposizione dei vincoli sull’intera area di largo Mediterraneo, dalla Nave di Cascella fino alle scogliere in mare, ecco un altro duro colpo per il Comune. Si tratta del documento con cui la responsabile dell’organo del ministero dei Beni architettonici, con sede all’Aquila, Maria Giulia Picchione ha comunicato all’ente pescarese la decisione di vincolare integralmente lo stadio Adriatico. La soprintendente, in sostanza, ritiene che la struttura sia un bene architettonico da tutelare, in quanto realizzato negli anni Cinquanta dal famoso urbanista Luigi Piccinato, tra gli architetti più rappresentativi e più premiati dell’epoca, autore di ben 270 progetti e piani urbanistici. E uno dei suoi progetti era proprio lo stadio Adriatico.

Ma la Soprintendenza non si è limitata a vincolare solo le cosiddette colonne di Piccinato, ossia le strutture che sostengono una delle due tribune, come era stato ipotizzato inizialmente. Ha invece posto i vincoli su tutto lo stadio. Una decisione inaspettata, anche perché la settimana scorsa sono scaduti i termini fissati dalla Soprintendenza per porre l’impianto sotto osservazione, in vista di una decisione se tutelare o meno l’opera.

Salta il progetto. Ora, la proposta di un nuovo impianto dedicato al calcio rischia di saltare per sempre. Il progetto presentato due settimane fa prevede uno stadio innovativo con 20mila posti tutti coperti, senza pista di atletica. All’interno, negozi, ristorante e bar e, all’esterno un parcheggio con mille posti auto. La pista di atletica dovrebbe essere realizzata in un’area nelle vicinanze del carcere, a San Donato. La spesa complessiva prevista si aggira intorno ai 42 milioni di euro.

Sebastiani pessimista. Ma, a questo punto, il Pescara calcio è ancora intenzionato a fare un nuovo stadio? Il presidente Sebastiani ieri è apparso pessimista, in proposito. «Mi sembra difficile, a questo punto, poter realizzare un nuovo stadio», ha affermato, «noi abbiamo già speso 120mila euro per quel progetto. Non so dire se sia possibile realizzarlo altrove. Il Comune aveva fatto la proposta di ammodernare quello attuale per risparmiare sulle spese di gestione».

Il Comune pronto al ricorso. Ma l’amministrazione comunale non è intenzionata ad alzare bandiera bianca. «Intendiamo proseguire con tutti gli strumenti a nostra disposizione la battaglia per dare a Pescara una struttura sportiva europea», ha avvertito Alessandrini. «La posizione di perenne diniego alle innovazioni», ha aggiunto, «non è un atteggiamento positivo da parte di un’altra istituzione, specie quando rischia di avere effetti nefasti sull’economia della città e sui servizi che l’amministrazione offre alla comunità». Più esplicito l’assessore allo sport Giuliano Diodati: «Il Comune farà sicuramente ricorso al Tar».

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