Cepagatti, «Rifiuti tossici nel fiume. È come la terra dei fuochi»

Sos a D’Alfonso dell’assessore alla Sanità Camillo Sborgia: i Comuni non hanno risorse finanziarie contro gli inquinatori, ma è necessario fermarli

PESCARA. Non si contano più sulle sponde del fiume Pescara le discariche a cielo aperto, con rifiuti di tutti i tipi, tossici e non, compresi materiali molto pericolosi per l'uomo e l'ambiente. Tale è l’abbondanza di inquinanti smaltiti a cielo aperto da far temere lanascita di un’altra “terra dei fuochi” e di lanciare un nuovo appello al governatore, Luciano D’Alfonso. Il verde rigoglioso che la natura ha creato lungo il maggiore corso d'acqua d'Abruzzo è infatti sempre più deturpato e avvelenato da ignoti inquinatori che non si fanno scrupoli a depositare di tutto, in particolar modo nel tratto cepagattese, su entrambe le sponde a ridosso dei versanti pescarese e chietino del fiume.

Il fenomeno dell’abbandono abusivo dei rifiuti non accenna dunque a regredire, nonostante le campagne a favore dello smaltimento differenziato e controllato di quel che non si usa più, con servizi spesso gratuiti, garantiti da Comuni e negozianti, per ritirare rifiuti ingombranti: dal vecchio materasso al computer che non si accende più, dai pezzi di ricambio delle auto alle cassette della frutta; infissi provenienti da edifici in ristrutturazione. E ancora: mobili, oli esausti, elettrodomestici. Per ogni genere di materiale, spesso, la soluzione per disfarsene è ancora quella di andare al fiume, come se il Pescara non fosse già gravemente malato per l'acqua inquinata. O forse proprio per questo, magari perché lo si considera già morto. Sulle sponde di Cepagatti, all'altezza di Villareia, zona ponte della Fascine, c'è pure l'amianto. «Il Comune da solo non può farcela a combattere questa guerra contro le discariche» dice l'assessore alla Sanità, responsabile del movimento di difesa civica di Cepagatti, Camillo Sborgia, «non abbiamo fondi per fronteggiare un’emergenza che non si arresta mai» Qui rischiamo una nuova “terra dei fuochi”. Stanno intossicando il territorio». Sborgia lancia l'Sos alla Regione, per avviare una collaborazione che possa determinare davvero una svolta nella strategia di contrasto all'abbandono illecito dei rifiuti ingombranti e pericolosi. «I Comuni»- scrive l'amministratore alla giunta regionale, «non hanno la capacità finanziaria per affrontare una questione così complessa. Occorre che la Regione elabori un piano urgente per la bonifica delle aree demaniali. C'è bisogno di monitorare costantemente le sponde, anche con telecamere, per punire in maniera esemplare chiunque abbandoni rifiuti. Siamo in presenza di un degrado ambientale molto grave. Non possiamo più continuare a fare finta di niente».

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