Lavori su un tratto autostradale gestito da Strada dei Parchi

L'AQUILA / LE CONTESTAZIONI DEL PM RENZO

Chiesto il processo per Carlo Toto e altri tre dirigenti /AGGIORNAMENTI

Le motivazioni delle richieste di rinvio a giudizio: "Manutenzione ordinaria spacciata per messa in sicurezza". Il ministero non si costituisce, il Forum H2O: "Vergogna"

PESCARA. «Adottavano la consapevole decisione di omettere totalmente gli interventi di manutenzione ordinaria», e più oltre: «In tal modo, rendevano Strada dei Parchi spa inadempiente rispetto agli obblighi stabiliti», dal contratto di concessione. Lo si legge nelle 12 pagine nelle quali il capo della procura dell'Aquila, Michele Renzo, ha chiesto nello scorso aprile il rinvio a giudizio del patron di Strada Parchi, Carlo Toto, e altri tre alti dirigenti della società.

La procura aquilana sostiene che tutto questo è avvenuto «da epoca anteriore o almeno coeva al 2009 e con condotta omissiva perdurante fino a oggi», e che i 4 indagati «commettevano frode nell'adempimento degli obblighi contrattuali posti a carico del concessionario della gestione delle autostrade A24 e A25», e che i rapporti prodotti sulle strutture di controllo «tendevano a minimizzare la reale condizione di grave deterioramento delle opere, negando immotivatamente la necessità di interventi manutentivi».

I lavori poi realizzati sui viadotti «venivano solo formalmente ricondotti alla messa in sicurezza sismica o all'adeguamento sismico, ma in realtà consistevano nel semplice compimento di alcune operazioni di manutenzione ordinaria tese al ripristino di alcune parti delle opere». Renzo chiarisce poi che, in «riferimento a tutti i viadotti del territorio del circondario aquilano», i progetti presentati da Strada dei Parchi come interventi di adeguamento e messa in sicurezza urgente, «così invocando le esigenze di adeguamento sismico descritte in quella norma... in realtà, venivano poi realizzati semplici interventi di prevenzione del fenomeno della cosiddetta scalinatura degli impalcati, finanziati con denaro pubblico ...presentandoli poi, anche nei consuntivi a lavori eseguiti come opere di messa in sicurezza antisismica, mentre nella realtà consistevano nell'installazione di apparecchi di appoggio aggiuntivi, correttivi o sostitutivi del danno derivato dall'omessa manutenzione ordinaria, che non modificano il comportamento statico e sismico delle strutture e che comunque rientrano nel concetto di ordinaria manutenzione stabilito nell'allegato F agli atti di concessione. Con le aggravanti» specifica Renzo «della fornitura concernente opere destinate alle comunicazioni via terra e del danno patrimoniale grave inferto al Ministero delle Infrastrutture proprietario dell'opera in concessione».

Rischiano il processo anche il consigliere di amministrazione della holding del Gruppo Toto, Cesare Ramadori, all'epoca dei fatti amministratore delegato di Sdp, della quale oggi è presidente, Igino Lai, responsabile di esercizio di Sdp, e Gianfranco Rapposelli, amministratore delegato di Infraengineering, altra società del gruppo specializzata nella progettazione. Secondo quanto scritto nella richiesta di rinvio a giudizio da parte dei pm, i quattro in concorso tra loro «nelle qualità e con le condotte descritte, mettevano in pericolo la sicurezza del pubblico trasporto autostradale, determinando uno stato di estremo deterioramento e il conseguente pericolo di crollo totale o parziale delle pile e degli impalcati, di 9 dei 25 viadotti».

Nello stesso provvedimento i pm, a proposito della responsabilità degli indagati, parlano di «lavori di adeguamento sismico realizzato poi con semplici interventi di prevenzione del fenomeno della cosiddetta scalinatura degli impalcato, finanziati con denaro pubblico, presentandoli poi anche nei consuntivi a lavori eseguiti come opere di messa in sicurezza antisismica, mentre in realtà consistevano nell'installazione di apparecchi di appoggio aggiuntivi, correttivi o sostitutivi del danno derivato dall'omessa manutenzione ordinaria che non modificano il comportamento statico e sismico delle strutture, e che comunque rientrano nel concetto di ordinaria manutenzione». I pm sottolineano anche che in riferimento ai coefficienti di sicurezza delle opere, per risparmiare i costi realmente necessari, venivano attribuiti fittiziamente requisiti di sicurezza attraverso calcoli di progetto in realtà non collegati alla struttura.

L'inchiesta partita alcuni anni fa è scattata anche sulla base di esposti delle associazioni ambientaliste, in particolare il Forum H2O, da sempre critiche con la gestione di Sdp. In alcune di queste infrastrutture negli anni scorsi si sono verificati di parte di impalcato oltre a essere visibili materiali ferrosi. I riflettori delle procure _ oltre all'Aquila, indagano Pescara e Teramo -_sulle infrastrutture autostradali si sono accesi in particolare dopo il tragico crollo del Ponte Morandi nell'agosto 2018.

Sdp, anche nelle polemiche a distanza con il ministero delle Infrastrutture e Trasporti, ha sempre sostenuto di aver agito nel pieno rispetto di contratti e convenzioni garantendo la sicurezza tanto che nessuna autorità ha mai emesso provvedimenti di chiusura come invece accaduto per altre realtà. L'udienza preliminare davanti al Gup era saltata per improvvisa indisponibilità di un giudice il 27 gennaio scorso.

AGGIORNAMENTO AL 3 FEBBRAIO. È stata rinviata al 26 febbraio l'udienza davanti al Gip del tribunale dell'Aquila chiamato a decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio chiesto dalla Procura della Repubblica dell'Aquila per l'imprenditore Carlo Toto, patron dell'omonimo gruppo che controlla Strada dei Parchi, concessionaria delle autostrade laziali e abruzzesi A24 e A25. Come scrive l'agenzia Ansa, il giudice si è riservato di decidere la costituzione di parte civile dell'associazione italiana familiari e vittime della strada, mentre non si è presentato il Ministero dei trasporti: per l'Anas, che ha fatto richiesta, il giudice si è riservato con ordinanza. La difesa di Toto ha però contestato l'ammissione dell'Anas perchè ci sono sentenze che hanno stabilito che in questi casi l'Anas non ha diritto alla costituzione autonoma rispetto al ministero.

"Lo Stato deve impegnare risorse e mezzi per stare dietro alle inequivocabili criticità connesse alla gestione dell'A24 e A25 ma il ministero delle Infrastrutture non si costituisce nel procedimento che la Procura di L'Aquila ha avviato contro i vertici di Strada dei Parchi per ottenere giustizia. Abbiamo una sola parola per commentare: vergogna!" così il Forum H2O sulla decisione del Mit di non costituirsi per ora nel procedimento in corso al Tribunale di L'Aquila.