Fa un esame in ospedale e muore La procura: «È omicidio colposo» 

Donna di 61 anni deceduta poche ore dopo un’angiografia, scatta l’inchiesta: il pm ordina l’autopsia La figlia denuncia: «Mia madre mi ha telefonato prima della tragedia: aveva un forte dolore al petto»

PESCARA. È morta in ospedale dopo un’angiografia. La procura di Pescara ha aperto un’inchiesta per fare luce sul decesso di Stefka Ilieva Ilieva, 61 anni, originaria della Bulgaria: l’ipotesi di reato è omicidio colposo. Per adesso, il fascicolo è contro ignoti: decisivi saranno i risultati dell’autopsia eseguita dal medico legale Sara Sablone, nominata come consulente dal sostituto procuratore Marina Tommolini. Una morte improvvisa e inaspettata, quella della donna: nonostante i suoi pregressi problemi di salute, nessuno poteva immaginare che evolvesse in maniera così tragica un esame di routine come quello angiografico, che fornisce immagini dei vasi sanguigni tramite l’iniezione endovena di un mezzo di contrasto. L’indagine è scattata dopo la decisione della figlia della paziente, Valentina Nikolova, di affidarsi all’avvocato Italo Colaneri e di formalizzare una denuncia davanti ai carabinieri.
La ricostruzione, almeno al momento, è dunque basata sul racconto fatto in caserma. Il 4 febbraio, la 61enne è sottoposta ad angiografia programmata all’ospedale Santo Spirito e, al termine dell’esame, resta ricoverata nel reparto di Chirurgia vascolare. La figlia rimane insieme alla madre fino alle otto di sera, dopo cena: le sue condizioni sono buone, mangia tranquillamente e non sembra accusare alcun problema particolare. A distanza di qualche ora, però, la donna riceve sul cellulare una telefonata della madre, che le dice di non sentirsi bene e di avvertire un forte dolore al petto. La donna allerta immediatamente gli infermieri in servizio nel reparto. Ma, poco dopo, viene rassicurata dallo stesso personale sanitario: «Non c’è niente di anomalo, i parametri sono buoni, è tutto a posto». Valentina riceve una seconda chiamata da parte della madre nel cuore della notte: sembra in uno stato confusionale e pronuncia frasi sconnesse. Il dramma diventa tragedia intorno alle sei del mattino, quando i medici telefonano a Nikolova e le comunicano che Stefka è morta.
L’apertura dell’inchiesta è stato un atto dovuto per consentire lo svolgimento di un esame irripetibile come quello dell’autopsia e per permettere di acquisire la cartella clinica, ossia l’insieme dei documenti che raccolgono le informazioni sul percorso diagnostico-terapeutico seguito dal paziente.
Adesso, la famiglia di Stefka vuole sapere se c’è stata una colpa medica. I familiari chiedono di accertare se il personale in servizio in ospedale abbia sottovalutato o no i sintomi accusati dalla donna e, soprattutto, che cosa abbia provocato in così breve tempo il peggioramento delle condizioni e poi la morte.
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