Francavilla, uccisa dopo la lite dall'inquilino che non le aveva pagato l'affitto

Monia Di Domenico, 45 anni, colpita più volte in testa con un posacenere di pietra. Giovanni Iacone, 48 anni, tenta di nascondere il cadavere nel sottotetto ma viene fermato dai carabinieri e confessa tutto. Le avrebbe dovuto pagare circa 800 euro. L'amica: «Era contentissima, oggi aveva l’aereo per Parigi»

FRANCAVILLA. Uccisa dall’inquilino che non le aveva pagato l’affitto. Un pomeriggio di sangue ieri a Francavilla: Monia Di Domenico, psicologa di 45 anni di Pescara, originaria di Corropoli, è stata uccisa con un posacenere o una pietra ornamentale scagliata in testa e, poi, ferita a morte alla gola. Una scena orribile nel palazzo di via Monte Sirente 65: l’assassino, Giovanni Iacone, abruzzese di origine ma nato a Firenze, 48 anni, ha tentato di nascondere il cadavere. L’ha avvolto in un lenzuolo bianco e se l’è caricato sulle spalle portandolo fino alla mansarda al quarto piano. Il corpo di Di Domenico è stato trovato lì, in fondo al corridoio dei ripostigli. Rannicchiato, mezzo coperto con il lenzuolo ormai grondante di sangue a un passo dagli stanzini pieni di cianfrusaglie. L’assassino è stato fermato nel palazzo giallo, davanti all’appartamento del delitto: i carabinieri sono arrivati subito e lui non ha avuto nemmeno il tempo di provare a scappare.

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A dare l’allarme è stato un residente che ha sentito le ultime parole di Monia: «Aiuto, aiuto, fermati». Un grido disperato seguito dal rumore di vetri in frantumi. Il vicino è uscito di casa, ha bussato alla porta dell’appartamento accanto e ha chiesto cosa stesse accadendo: due colpi alla porta, una domanda senza ricevere risposta e poi il silenzio sospeso tra calma apparente e tragedia. Il vicino ha chiamato i carabinieri che sono arrivati in fretta, hanno trovato Iacone e lo hanno portato nella caserma di viale Michetti. È qui che l’assassino ha confessato. È stato proprio Iacone a ricostruire quello che è successo tra le 17,30 e le 18, nella casa al primo piano distante solo poche centinaia di metri dalla chiesa della Maria Santissima Madre di Dio del quartiere Pretaro. Separato con quattro figli e una nuova compagna, disoccupato con un passato da cuoco e pizzaiolo: in un lungo faccia a faccia con gli investigatori, guidati dal comandante della compagnia di Chieti Federico Fazio e dal comandante della stazione di Francavilla Antonio Solimini, e con il pm di Chieti Giuseppe Falasca, Iacone ha ammesso quello che non ha potuto rinnegare: ha detto che è stato lui ad ammazzare Di Domenico.

leggi anche: L'amica: «Era contentissima, oggi aveva l’aereo per Parigi» Era una psicologa di 45 anni. Nata a Corropoli, viveva a Pescara. Lavorava a Villa Serena. Distrutta l’amica di tanti viaggi: l’ho sentita poco prima, mi ha detto preparo la valigia»

Poi, ha parlato di una lite degenerata in tragedia fino, così l’ha definito il pm Falasca, al «tentativo goffo» di disfarsi del corpo lasciando una scia di sangue sulle scale. Di Domenico si è presentata nella casa per ottenere il pagamento di circa 800 euro tra affitti arretrati e bollette non pagate. Proprio oggi, Monia sarebbe partita per una vacanza a Parigi e quei soldi, dovuti, avrebbero potuto farle comodo. Ma Iacone ha detto che non avrebbe potuto pagare neanche stavolta. Poi, la follia inspiegabile: Iacone avrebbe afferrato una pietra da arredamento e colpito la psicologa di Villa Serena alla testa. Poi, lei è caduta sul tavolo di vetro della sala da pranzo che si è spaccato in mille pezzi. Monia è stata finita e sgozzata con un pezzo di vetro o si è ferita nella caduta? Lo stabilirà il medico legale Cristian D’Ovidio. Al termine dell’interrogatorio durato quasi due ore, il pm Falasca ha confermato le ferite al capo e al collo. Assistito dall’avvocato d’ufficio Emanuela De Amicis di Chieti, Iacone ha risposto alle domande, ma la dinamica del delitto sarà chiarita solo con gli accertamenti del reparto scientifico dei carabinieri. Quel che sembra sicuro è che il movente resta quello dei soldi per affitto e bollette: proprio ieri mattina, Monia aveva rivelato a un’amica che sarebbe andata presto a chiedere i suoi soldi e lei l’avrebbe invitata a portare con sé anche il padre. Ma Monia ha detto di no e che avrebbe risolto tutto da sola. E invece non ce l’ha fatta: in caserma, tra le lacrime, sono arrivati i suoi genitori.

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