Geriatria, mesi di denunce ignorate

Scoppia la polemica sulle condizioni del reparto con i letti in corridoio

PESCARA. «Alla Asl di Pescara non c'è un clima di intimidazione. Il pensionamento del primario di Geriatria Carlo D'Angelo è una scelta personale mentre le denunce della Fials sono frutto di problemi personali. All'ospedale non c'è un clima da tregenda». Lo afferma il direttore sanitario Fernando Guarino. «Un Ferragosto così tranquillo in Geriatria non si è mai visto», spiega Guarino. Ma è polemica sulle condizioni del reparto con i letti in corridoio. 

Da mesi, tutti i giorni, i medici del reparto di Geriatria inviano un fax alla direzione generale della Asl per denunciare le criticità. Le segnalazioni dello staff del primario Carlo D'Angelo - filtro al Pronto soccorso, più posti letto e riorganizzazione insieme ai presidi di Penne e Popoli - non sono state prese in considerazione: mesi di denunce ignorate. Ieri, il direttore generale della Asl Claudio D'Amario, spiegando che il futuro della Asl è dei «cinquantenni e non degli ultrasessantacinquenni», ha annunciato: riorganizzazione del Pronto soccorso, venti letti in più a Geriatria entro il 15 settembre e messa in rete delle strutture per la terza età in modo da abbattere ricoveri inutili e liste d'attesa. 

Per il direttore sanitario Fernando Guarino, non c'è emergenza: «Parlare di Geriatria a Ferragosto è come sparare sulla Croce rossa ma stiamo tamponando le criticità. Chi ha scelto di andare in pensione l'ha fatto senza pressioni. Alla Asl non c'è un clima di intimidazione».  Ma, dopo il trasferimento di una sindacalista dall'ospedale di Pescara al distretto sanitario di Cepagatti e tre danneggiamenti all'auto di un altro sindacalista della stessa sigla, la Fials torna a parlare di «doppi incarichi incompatibili e aumenti di stipendio illegittimi concessi anche a 44 precari»: «Veniamo accusati da D'Amario di "atteggiamento di chiusura" e di essere "animati da problemi personali". Niente di più sbagliato», dice il segretario provinciale Gabriele Pasqualone. «La Fials si è limitata a chiedere se sono state rispettate le leggi e i contratti in merito ai requisiti previsti per l'attribuzione delle progressioni orizzontali e se, nella Asl, esistono o no situazioni di incompatibilità con quanto stabilito dal decreto Brunetta per i dirigenti. Su questi due argomenti, le risposte sono state tanto insufficienti e lacunose da lasciarci basiti. Le denunce della Fials sono motivate da un'ampia documentazione: un comportamento così non è "pittoresco" come definito da D'Amario».

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