Geriatria, tre medici per 30 pazienti

I disagi del reparto dell’ospedale di Penne. Approvato il piano di riordino: nella struttura resteranno solo 44 posti letto

PENNE. Gli affanni dell’ospedale San Massimo di Penne non vanno in ferie. Da almeno quattro mesi il reparto di geriatria vive in agonia a causa di una seria carenza di personale medico. Fino a gennaio scorso erano 6 i medici operativi in reparto, mentre adesso, invece, sono rimasti in 3 operativi al 100%. Uno infatti è andato in pensione, un altro ha avuto un problema di salute ed è fuori da circa quattro mesi e il sindaco Mario Semproni, anch’egli geriatra, usufruisce dei permessi politici e non è presente con la stessa continuità di un tempo. Da mesi dunque si va avanti con tre medici che, comprensibilmente, cominciano anche ad accusare lo stress di turni senza sosta. Il reparto di geriatria, inoltre, è il reparto più numeroso ed ospita una media di 28-29 pazienti ricoverati al giorno. Dall’ospedale di Penne sono stati chiesti rinforzi medici da mesi ma dalla direzione della Asl di Pescara non hanno mai provveduto a soddisfare le esigenze della geriatria del San Massimo.

Da ieri, come se non bastasse, è divenuto ufficiale il riordino del presidio pennese deciso dalla Regione. La direzione generale della Asl di Pescara ha infatti pubblicato sull’albo pretorio aziendale il passaggio del San Massimo ad ospedale di area disagiata. La struttura ospedaliera vestina potrà contare su 30 posti di degenza per Medicina Generale, 2 per Chirurgia e 12 posti tecnici riservati alla dialisi. Attualmente il presidio pennese conta 85 posti letto e presenta le unità operative complesse di Medicina Generale e Cardiologia e l’unita operativa semplice di Geriatria. Dal 30 settembre diventerà attiva una sola Area medica unica da 30 posti letto, dunque con l’accorpamento di Geriatria e Medicina. L’unità di Cardiologia sarà rimodulata come servizio ambulatoriale, la cui operatività sarà disciplinata dall’unità complessa del presidio ospedaliero di Pescara. La Chirurgia generale sarà trasformata in unità operativa semplice, mentre Ortopedia, Traumatologia e Oculistica avranno espressività ambulatoriale. Insomma stando così le cose l’ospedale San Massimo di Penne verrebbe fortemente depotenziato. Le attività e le sedute chirurgiche, le modalità e le tempistiche andranno stabilite di concerto con l’unità operativa complessa della Anestesiologia di Pescara.

Oggi alle 17, intanto, la politica pennese proverà ad alzare la voce contro questo provvedimento di riordino sanitario con un consiglio straordinario al quale sono stati invitati anche i sindaci dei Comuni dell’area vestina e del Teramano, il presidente Pd della giunta regionale Luciano D’Alfonso, il presidente della Provincia di Pescara Antonio Di Marco, i sindacati e le associazioni di categoria.

«Il nostro obiettivo», dice il sindaco Semproni, «è opporci al declassamento del San Massimo a ospedale di area disagiata, una scelta che provocherebbe di conseguenza il taglio di posti letto, reparti e servizi, con enormi ripercussioni per gli utenti vestini». La battaglia per difendere il San Massimo è quasi giunta al termine e le speranze di vittoria, purtroppo, oggi, appaiono assai ridotte. Ma il sindaco annuncia l’ultima mossa: «È un provvedimento che non condividiamo assolutamente e continueremo nella nostra opposizione con il ricorso al Tar».

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