«Grazie ai miei angeli custodi per il trapianto»

Pescarese racconta il viaggio sotto la neve fino a Roma con il 118

 PESCARA. Con la città sommersa dalla neve, ha ricevuto la telefonata tanto attesa per sottoporsi a un trapianto. Così è scattato un trasporto d'emergenza da Pescara fino a Roma: ora, a raccontare una storia a lieto fine e a ringraziare i soccorritori è proprio la paziente in questa lettera.  Sono la donna pescarese a cui qualche giorno fa è stato dedicato un trafiletto di giornale, che nella notte tra sabato e domenica, mentre infuriavano maltempo e polemiche sulla gestione della situazione metereologica, si è trovata nella necessità di raggiungere il Centro trapianti di Tor Vergata di Roma per la disponibilità di un organo compatibile. Ritengo impossibile tacere su quanti, in una situazione di tale emergenza, mi hanno aiutato e affido a queste povere righe la mia gratitudine più profonda.  Le istituzioni da me interpellate nella notte si sono rese tutte immediatamente disponibili: dalla prefettuta, che mi ha fornito indicazioni su quali passi intraprendere, alla Protezione civile, che avrebbe provveduto a mettere a disposizione ambulanze per il trasporto a terra e un aereo militare, al 118, da cui sarebbe partita ogni eventuale iniziativa. Le risposte di tutti sono state immediate, solerti e di totale rassicurazione in quei momenti di grande concitazione.  Ho raggiunto Roma in poco tempo grazie al 118, che ringrazio nella persona di Augusto che ha affrontato i -16 gradi dell'attraversamento dell'Appennino nel pieno di una fitta nebbia. Dal profondo del cuore ringrazio i medici che, nel reparto di Dialisi di Pescara, accompagnano la sofferenza di tanti con la loro incomparabile professionalità, con una attenzione e una cura alla persona ammirevoli. In particolare, il mio pensiero va ai dottori Stanziale e Lodi che mi sono stati particolarmente vicini e, incoraggiandomi sempre, mi hanno guidato con competenza a questo traguardo e che oggi gioiscono con me per il successo che è non mio, ma nostro. All'équipe di Chirurgia dei trapianti, ai medici e al personale infermieristico della Clinica universitaria di Tor Vergata la mia gratitudine e la mia eterna riconoscenza per saper coniugare l'eccellenza della professionalità con una disponibilità e una umanità che scaldano il cuore.  Non abbiamo nulla da invidiare per competenze specialistiche di altissimo livello alla medicina estera, nonostante la povertà delle risorse: in barba ai tagli, per fortuna, a fare la differenza sono sempre la preparazione e l'alta competenza delle risorse umane. Grazie ai professori Anselmo, Iaria, Toti, Manuelli e ai loro colleghi, e ai tanti giovanissimi medici specializzandi, speranza di questa generazione, che mi hanno assistito in questi giorni di degenza e che mi hanno offerto la possibilità di una vita nuova.  Un altro grazie, non ultimo, al donatore, per il quale pregherò sempre, e ai suoi parenti che, in uno slancio di grande generosità, in un momento così difficile, hanno pensato ai tanti che, in lista di attesa, aspettano nutrendo un filo di speranza.  Ho scritto questo perché il mio cuore trabocca di graditudine per l'opera che Dio ha compiuto con me e di cui le tante persone, che mi hanno assistito, sono state preziose collaboratrici. Ai tanti miei compagni di viaggio che non ancora attraversano questo guado del trapianto e con cui mi sentirò sempre in fraterna comunione, l'invito a nutrire sempre la speranza che cose nuove possono davvero nascere.