«I più pericolosi? Slot e casinò su Internet»

L’allarme del Sert: in un anno assistiti cento giocatori compulsivi, a rischio anche i Gratta e vinci

PESCARA. Slot machine, casinò su Internet e Gratta e vinci. È questa la classifica dei giochi a rischio di dipendenza patologica. A dirlo sono gli psicologi del Sert di Pescara che, con un sportello aperto da un anno, aiutano i giocatori compulsivi a smettere di vivere soltanto per giocare d’azzardo. «Il gioco più pericoloso? Le slot machine: divorano soldi senza neanche accorgersene e, sperando di rifarsi, ci si ritrova in trappola. Anche i casìno virtuali sono rischiosi: c’è chi passa tutta la notte davanti al computer prosciugando la carta di credito», dice Moreno Di Pietrantonio, capogruppo Pd al Comune di Pescara nella sua veste di psicologo e responsabile del servizio Gap (Gioco d’azzardo patologico) del Sert. «Ma anche i Gratta e vinci sono pericolosi», dice lo psicologo del Sert, Giorgio Da Fermo, «perché sono più accessibili, si trovano ovunque, e danno una risposta immediata in termini di vincita». In un anno, sono un centinaio le persone che si sono rivolte al Sert per farsi aiutare: uno su 3 arriva da Montesilvano.

Ma perché si gioca sempre di più? «Il gioco può diventare una forma di dipendenza prima di tutto per la crisi economica ma c’è anche un aspetto sociale che conta», spiega Da Fermo, «viviamo in una società materialista nella quale si alimentano falsi bisogni, dal telefonino più moderno alla macchina di lusso, senza più valori di fondo. Insomma, domina il narcisismo e il consumo diventa l’unica cosa che fa sentire vivi. Perciò, la dipendenza dal gioco è una involuzione negativa di una società che si regge intorno ai motti “più ho e meglio sto” e “se non consumo non sono” e, messa così», osserva lo psicologo, «chi non ha i soldi pensa che giocare sia l’unico modo per ottenerli». «Ma è soltanto un’illusione», fa notare Di Pietrantonio che parla di «emergenza sociale»: «Un giocatore, da occasionale, diventa compulsivo quando gioca più volte al giorno, anche più di 5, e il gioco rappresenta il pensiero dominante. I giocatori compulsivi rappresentano il 10 per cento del totale ma sono quelli che combinano guai. Chi si presenta da noi per curarsi, arriva distrutto: senza più lavoro, con la famiglia a pezzi e con i soldi di una vita andati in fumo». E la famiglia di un giocatore compulsivo cosa può fare? «Accorgersi dei comportamenti dannosi, a partire da quando non si sa più che fine facciano i soldi, è il primo passo», dice Da Fermo, «poi, ai giocatori compulsivi, senza colpevolizzarli, va spiegato che devono farsi aiutare». «È necessario prendere coscienza del problema», riflette Di Pietrantonio, «perché tanti giocatori compulsivi non pensano che il gioco lo sia. Ecco perché è difficile aiutare queste persone che, per prima cosa, si chiudono in se stessi ma, con l’assistenza, i livelli di successo sono incoraggianti. Il nostro servizio, per l’importanza sociale che riveste, sarà potenziato: la Asl ci metterà a disposizione un altro psicologo, un assistente sociale e anche un consulente legale». Il numero per contattare il servizio Gap è lo 085.4253492.

I locali per il gioco, dalle sale slot ai centri scommesse, crescono sempre di più. «Ci sono grossi interessi dietro il gioco e, per questo, la limitazione del gioco è un discorso politico», dice Da Fermo, «ci sono proposte di legge in fase di studio e il fenomeno può essere ancora arginato. Durante il convegno sulla ludopatia organizzato dal Movimento 5 Stelle, venerdì scorso, è stata lanciata la proposta di creare un distaccamento del Sert a Montesilvano e un centro d’accoglienza gestito da volontari per assistere le famiglie. Visti i numeri, non sarebbe male». ©RIPRODUZIONE RISERVATA