Il declino del Rampigna: sul campo un metro d’erba

La struttura sportiva è sprofondata nell’incuria, la tribuna corrosa dalla ruggine Pignoli: il Comune intervenga. L’assessore Diodati: stiamo cercando un gestore

PESCARA. Il suo terreno di gioco è stato teatro di migliaia di partite di calcio, al suo interno sono cresciute intere generazioni di calciatori pescaresi e in quel rettangolo di gioco si disputarono le gare di serie B della Strapaesana negli anni ’30 e la Pescara Calcio affrontò gli incontri dei suoi primi 19 anni di storia. Ma la storia e i ricordi purtroppo stridono in maniera netta con la realtà attuale dello storico campo di gioco Renato Curi-Rampigna di via Caduta del Forte che è stato abbandonato ormai da molti mesi e lasciato morire nel degrado e nell’incuria. Sul campo sono cresciute le erbacce alte quasi un metro; la tribuna è sempre più arrugginita: un degrado che si vede anche dai treni in corsa.

Dove un tempo ragazzi e adulti si allenavano e giocavano le partite, adesso, su quel terreno in terra battuta, lungo 105 metri e largo 60, la vegetazione è cresciuta in modo selvaggio, con arbusti ed erbacce che ricoprono buona parte dell’area, porte e panchine sono agonizzanti e la copertura degli spalti arrugginisce ogni giorno di più. Per non parlare degli spogliatoi che sono in completo disarmo.

A denunciare questo stato di abbandono è il consigliere comunale Massimiliano Pignoli che fa sapere come l’impianto sportivo fosse stato dato in concessione nel 2014 alla società sportiva Ursus 1925, la quale però non avrebbe adempiuto agli obblighi contrattuali tanto che il Comune lo scorso 8 marzo ha sciolto la convenzione ed è tornata in possesso dello stadio il 21 marzo. Da quel momento, però, nessuno si è più occupato della manutenzione del campo che inevitabilmente è andato in malora.

Un vero peccato per un impianto storico attivo fin dai primi anni del secolo scorso e che nel 1955 presentava la cosiddetta “Fossa dei Leoni” e con una capienza totale di ben 12mila spettatori.

«Il Rampigna», dice Pignoli «è il monumento storico per eccellenza del calcio pescarese, qui hanno giocato la Strapaesana e la Pescara Calcio per poi trasferirsi all’Adriatico-Cornacchia. È una denuncia che faccio all’amministrazione comunale affinché si sbrighi a riqualificare questo impianto. Se non dovesse essere progettata la riqualificazione del Rampigna mi impegnerò personalmente a trovare fondi nel prossimo bilancio a questo scopo. Attualmente è vietato l’accesso perché la struttura non è a norma, c’è da rifare l’intera struttura. Spero che questo grido di allarme, che è lo stesso di tanti ragazzi che vengono tolti dalle strade con lo sport, possa essere ripreso dall’amministrazione comunale». La piena fruizione del Rampigna permetterebbe anche di sgravare gli altri impianti cittadini nei quali ci si allena fino alle 10 di sera.

«Siamo perfettamente d’accordo sul fatto che il campo debba tornare a vivere», fanno sapere l’assessore allo Sport Giuliano Diodati e il presidente della commissione Sport Adamo Scurti, «essendo stati i primi ad impegnarci per riacquisire l’area dal precedente soggetto gestore che ce l’ha restituita da pochissimo». Il Comune ha già chiamato diverse società: «Un interesse pressante quello di riaprirla alla fruibilità cittadina e al più presto possibile, che ci ha portato a contattare diverse società e realtà sportive a cui guardiamo con grande ottimismo perché possano essere interessate alla gestione e procedere con lo strumento del project financing, tant’è che proprio per questo la struttura non è fra quelle inserite a bando».

Ma nel caso non si trovasse una soluzione di tipo sportivo, come quella del campo di via Conte Genuino ai Colli (da poco assegnato) non è escluso il cambio di destinazione d’uso dell’area e la morte definitiva del Rampigna che magari potrebbe diventare un parcheggio.

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