La battaglia di Valloreja «L'elettrodotto rovinerà la regione»

Il promotore di Nessuno tocchi il nostro futuro guida il fronte del no al grande cavo dal Montenegro

 PESCARA. «Il percorso, il calo e non l'aumento di richiesta di energia elettrica in Abruzzo, la salute dei cittadini e la distruzione del territorio». Sono questi i timori di Lorenzo Valloreja, leader del movimento Sfl-innovazione europea e promotore del comitato «Nessuno tocchi l'area metropolitana», adesso allargato a «Nessuno tocchi il nostro futuro» (hanno aderito Marche e Sardegna) sul grande progetto di Terna: l'elettrodotto che porterà energia elettrica dal Montenegro all'Abruzzo.  «Risparmio», «lavoro», «più sicurezza del sistema elettrico abruzzese»: queste le parole chiave della società Terna per presentare il suo progetto a cui Valloreja risponde con «distruzione» e vedendo nel cavo «il cavallo di Troia per la centrale nucleare».  Il cavo, in parte sottomarino e in parte interrato, è lungo 415 chilometri e collegherà la città di Tivat in Montenegro a Villanova, frazione di Cepagatti. «Nel documento del ministero delle Infrastrutture, il cavo doveva uscire a Foggia e non si capisce perché debba arrivare in Abruzzo, entrare nell'area metropolitana, distruggendola, fino a Gissi per poi arrivare a Foggia».  Ma tra le incognite, secondo Valloreja, tra i primi a sposare il fronte del no dell'elettrodotto, c'è anche l'abiguità tra aumento e richiesta di energia elettrica.  «Certo, l'Abruzzo ha bisogno di energia come altre regioni», aggiunge Valloreja. Ma Terna dice che in l'Abruzzo c'è un aumento di richiesta di energia del 25%, mentre nel suo bilancio consuntivo, a pagina 75, c'è scritto che invece c'è un calo di 6.6 punti».  E' l'impatto ambientale, poi, a lasciare di stucco Valloreja: «Perché l'elettrodotto distruggerà l'area metropolitana e la regione verde. A che pro?», si domanda retoricamente il leader del movimento Sfl. «L'elettrodotto è una partita più grande che distruggerà il territorio e che in realtà è il cavallo di Troia per la centrale nucleare. O è uno sperpero o è una cattedrale nel deserto. Se questo è l'impatto che avrà l'elettrodotto, perché allora non se ne discute con i cittadini?».  Alla tesi di Valloreja, fa da contraltare poi quella della società che realizzerà l'elettrodotto. La società spiega che l'opera, il cui diametro del cavo è di 18 centimetri, servirà ad abbattere il deficit elettrico in Abruzzo, scongiurando rischi di black out e favorendo anche la crescita economica.(p.au.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA