Liceo evacuato, i genitori: «Ragazzi lì fuori per troppo tempo»

foto di Giampiero Lattanzio
L’accusa: «Autorizzazioni in ritardo». E l’ansia di chi non riusciva a contattare i figli
PESCARA. La fuga repentina dalle aule e dagli edifici del liceo Marconi ha impedito ad alcuni studenti di prendere il telefonino. E così, nelle varie chat dei gruppi WhatsApp delle mamme, non tutti hanno ricevuto le informazioni subito. Di qui la preoccupazione di alcuni genitori. «Le prime reazioni sono state discordanti», riferisce una mamma. «Io sono stata avvisata da mia figlia quasi subito, così ho avvisato altre mamme nella chat di classe. Alcune, però, si sono spaventate, perché non avendo avuto notizie dai propri figli, hanno immaginato il peggio. Le prime notizie trapelate parlavano di malori e ambulanze arrivate sul posto, quindi chi non ha ricevuto il messaggio in tempo, si è allarmato. Poi, intorno alle 9.30, la catena di informazioni ha rassicurato noi genitori».
«Sono arrivata qui di corsa», dice un’altra mamma, «perché ho sentito mia figlia particolarmente impaurita». E sulla sicurezza dell’edificio, M.B., una delle rappresentanti di classe, sottolinea: «I problemi respiratori ci sono stati e alcuni studenti sono finiti al pronto soccorso, dunque non bisogna sottovalutare quello che è accaduto all’interno dell’edificio. La sicurezza va garantita, quindi credo sia necessario attendere l’esito di tutti gli accertamenti prima di riaprire i cancelli della scuola. A me personalmente non cambia molto, perché mia figlia al momento è fuori Pescara e si è assentata. Parlo però a nome di tutta la sua classe, ma anche delle altre, perché gli spazi di un edificio scolastico devono essere idonei. Il plesso in questione è stato appena riqualificato, quindi credo che dal punto di vista strutturale non ci siano problemi. È bene capire, però, che tipo di sostanza è stata inalata. Condivido, quindi, la scelta della Provincia e del Comune di chiudere la scuola».
E un altro genitore aggiunge: «Mio figlio mi ha chiamata, dicendo che una sua compagna di classe stava male. Era agitato. Credo che abbiano impiegato troppo per far tornare i ragazzi a casa. Hanno atteso a lungo lì fuori, in strada, prima di avere il via libera dalla dirigente scolastica».
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