«Negozi, conti in picchiata con il blocco delle attività» 

Danelli (Confcommercio) prevede perdite sui fatturati annuali fino al 50% «Si devono congelare tutti i tributi, altrimenti molti esercizi non riapriranno più»

PESCARA. Migliaia di attività commerciali, solo nella provincia di Pescara, a causa della pandemia globale potrebbero subire una perdita economica sui fatturati dell'intero anno in media del 30 per cento con picchi anche del 50. È una fotografia nerissima quella scattata da Confcommercio di Pescara. Il «lockdown» necessario per limitare e arginare l'inarrestabile corsa del coronavirus ha azzerato completamente gli incassi delle attività costrette a fermarsi. Viceversa i costi fissi restano, tra canoni di locazione e utenze, aggravando giorno dopo giorno la situazione economica delle piccole e medie imprese.
Da qui la necessità urgente «di misure straordinarie da parte della politica a supporto delle piccole e medie imprese che rischiano di non riaprire al termine dell’emergenza coronavirus», afferma il presidente dell’associazione dei commercianti Franco Danelli.
«Solo nella nostra provincia», dice, «sono già più di mille. Da settimane le saracinesche sono abbassate e gli incassi azzerati, ma i costi, dagli affitti alle utenze, continuano ad accumularsi. Ogni serranda che resterà abbassata sarà una ferita per il nostro territorio».
Secondo i primi studi, ad esclusione delle attività che garantiscono i beni di prima necessità, il rischio di fallimento per tutti gli altri settori è altissimo. «Se prendiamo in esame le medie imprese, come ad esempio i concessionari di auto», analizza Danelli, «ci si aspetta un calo notevole nell'ordine del 50 per cento».
Tra i settori penalizzati, con una perdita di almeno il 30 per cento, quello degli autotrasporti, «un settore che è un vero barometro e che anticipa quella che sarà la condizione economica generale dei mesi successivi». Segno negativo per le spese voluttuarie. Unica eccezione potrebbe essere costituita dagli acquisti on-line.
In un quadro così allarmante, Confcommercio lancia le sue proposte. Innanzitutto l'aumento da 600 a 1.000 euro per tre mesi del bonus per le partite Iva; poi la cancellazione di imposte e contributi per i mesi di marzo, aprile e maggio con abolizione del limite di fatturato e l'annullamento per il primo semestre di tutti i tributi locali (Tari, Cosap, Imu, imposta sulle pubblicità).
«Chiediamo», afferma Danelli, «l'annullamento e non la sospensione di imposte e tributi. Con gli incassi completamente azzerati nessuna attività commerciale riuscirebbe ad assolvere a questi pagamenti, nemmeno nei prossimi mesi. Comprendo che i Comuni abbiano la necessità di far quadrare i bilanci, ed è per questo che dovranno farsi carico di chiedere aiuto al governo».
Tra le proposte, anche la sospensione per il primo semestre e la successiva rateizzazione del pagamento delle bollette delle utenze; l'aumento dal 60 al 100 per cento del credito di imposta sulle locazioni commerciali per almeno tre mesi con tassazione zero per i proprietari che riducono il canone di più del 50 per cento; e una strada più semplice nell’accesso al credito a tasso zero con la garanzia dei Confidi mediante contributi in conto interessi statali e regionali. «Oltre alla cura di emergenza», chiarisce Danelli, «occorre pensare anche al rilancio economico. Ed è in questa fase che diventa necessario il coinvolgimento dei Confidi che possano fare da garanti per gli imprenditori in difficoltà di fronte alle banche». «Ma non basta», prosegue il presidente di Confcommercio Pescara, «abbiamo chiesto alla Regione di mettere a disposizione contributi in conto interessi». Le speranze sono riposte sul decreto di aprile, affinché vengano inserite le proposte avanzate dall'associazione del commercio. «Non c’è più tempo da perdere», conclude Danelli, «ne va del futuro di migliaia di imprese».
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