Pescara, bollo auto: la Cassazione dà lo stop ai pagamenti prima del 2010 

La Corte Suprema accoglie il ricorso e annulla la cartella esattoriale di 197 euro risalente al 2008. I giudici: «Nulla è dovuto se la somma non supera i mille euro»

PESCARA. Rischia di diventare una pronuncia pilota, quella pronunciata dalla Corte di Cassazione nelle scorse settimane che, accogliendo il ricorso presentato da un legale pescarese, ha annullato un'ingiunzione di pagamento di 197 euro risalente al 2008, ritenendo che anche le agenzie private di riscossione come la Soget debbano allinearsi con il decreto fiscale del 2018, il quale prevede lo stralcio di tutte le cartelle esattoriali fino a mille euro comprese tra il primo gennaio del 2000 e il 31 dicembre 2010.
L’INGIUNZIONE Il caso è stato portato avanti dall'avvocato Salvatore Tarantini, in qualità di difensore di se stesso, che è arrivato fino all’ultimo grado di giudizio per un'ingiunzione notificata dalla Soget negli anni rientranti nel decreto e inerente il pagamento di tasse automobilistiche.
I giudici della sezione tributaria civile della Suprema Corte, ribaltando i verdetti precedenti, hanno dato ragione al legale, sostenendo che «il legislatore ha emanato una norma che prevede lo stralcio dei debiti fino a mille euro affidati agli agenti della riscossione (articolo 4 del decreto legge 119/2018, convertito in legge 136/2018 - cosiddetto decreto fiscale)».
Al comma 1, la norma specifica che «i debiti di importo residuo, alla data di entrata in vigore del decreto, fino a mille euro, risultanti da singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2010, sono automaticamente annullati».
L'ordinanza assume assoluta importanza sotto due aspetti: il primo è che per la prima volta, un ente di riscossione privato come la Soget è stato equiparato a un soggetto pubblico come può essere Equitalia, che ha già recepito la nuova normativa. Il secondo, coma fa notare l'avvocato Tarantini, è che il riferimento della Cassazione riguarda le singole cartelle.
NESSUN CUMULO Questo significa che, se un soggetto, nel periodo di tempo cui fa riferimento il decreto, ha subito dieci ingiunzioni da 150 euro ciascuna, l'ente privato di riscossione non può cumularle in quanto, seppur il totale ecceda i mille euro, l'ammontare di quella singola resta comunque inferiore al massimale, conducendo al suo stralcio. Se, al contrario, la cartella singola supera la somma massima stabilita dal legislatore, allora bisognerà ottemperare.
«E' una novità assoluta che può aprire la strada a migliaia di contribuenti impelagati nelle maglie degli enti di riscossione», commenta soddisfatto l'avvocato Tarantini. «Nelle scorse settimane, sono stato contattato da un collega torinese, l'avvocato ]Alessandro Lesca, legale del Movimento Consumatori, con cui vorremmo aprire un tavolo che possa portare a una class action. Non solo: la recente pronuncia, oltre a decretare l'annullamento delle cartelle al di sotto dei mille euro, potrebbe aprire la strada a chi ha già pagato e adesso vuole chiedere la restituzione delle somme».
Ed è stato proprio l'avvocato Lesca a commentare l'ordinanza anche sulla stampa nazionale, facendo intendere come l'azione nata dal collega pescarese possa aprire degli scenari su tutto il panorama nazionale.
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