Pescara, spara alla compagna: lei lo aveva già denunciato ma poi ha ritrattato

La donna finita in ospedale si era rivolta alla polizia lo scorso gennaio. La presidente di Ananke: succede spesso. In 6 mesi richieste di aiuto raddoppiate

PESCARA. Oltre 400 contatti telefonici di richieste di informazioni in soli sei mesi (dall’inizio dell’anno), a fronte dei 480 contatti raccolti l’anno scorso da gennaio a novembre. Sono quasi raddoppiate le donne che provano a sfiorare la libertà contattando il centro antiviolenza dell’associazione Ananke.

Eppure, se da un lato questo numero in aumento testimonia che c’è più consapevolezza da parte delle donne vittime di violenza di genere (le botte e le umiliazioni psicologiche da parte di mariti e compagni), dall’altro non rispecchia il numero di donne che poi alla fine si ribella davvero. A raccontarlo è la presidente dell’Ananke, Rita Pellegrini.

Dottoressa Pellegrini, la vittima di quest’ultimo fatto di cronaca aveva già denunciato i maltrattamenti subìti dal suo ex compagno lo scorso gennaio. Ma dopo qualche giorno ha ritirato la denuncia. Succede spesso?

Accade spesso che le vittime di violenze ritrattino. Perché chiudere una relazione significa riprogettare la propria esistenza anche da un punto di vista economico. È molto complesso denunciare, e per questo va fatto durante un percorso. Non si esce da una relazione dalla sera alla mattina, parliamo di relazioni di intimità con uomini con cui si è deciso di condividere la propria vita.

E allora quand’è che bisogna chiedere aiuto?

La denuncia è un momento importante, è uno strumento in cui si mette in moto un percorso, anche dentro di noi, perché la paura paralizza.

E quindi, in termini pratici, come se ne esce?

In termini pratici si può uscire da quelle situazioni innanzitutto attraverso la rete amicale, delle proprie risorse. Se c’è una situazione di immediato pericolo è chiaro che si chiamano subito le forze dell’ordine, ma se invece è una situazione che perdura da tempo, ci si rivolge al centro antiviolenze per valutare il rischio e il momento idoneo per denunciare. Anche nel momento in cui si ha un dubbio sul da farsi si deve chiedere aiuto al centro antiviolenze, alle forze dell’ordine, sui passi da compiere. In ogni caso le scelte sono sempre condivise con la donna. Lavoriamo proprio perché ci sia la consapevolezza dei gesti che si compiono. Quello che fanno le associazioni è proprio lavorare sulla consapevolezza perché anche la denuncia possa essere un momento di attivazione del percorso, per l’allontanamento o per la richiesta di allontanamento del maltrattante.

Chi vuole contattarvi, che deve fare?

C’è il numero gratuito istituzionale attivo 24 ore su 24, ed è il 1522 con trasferimento diretto di chiamata al nostro Centro , oppure i numeri di Ananke che sono 085.4283851 e 085.4315294. (s.d.l.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA