Filippo Piccone, ex senatore e deputato e vicesindaco di Celano

L'INCHIESTA DI CELANO

Piccone e il cerchio magico: "Così gestiva i posti di lavoro"

Dalla “riverenza” del vigile urbano agli incarichi clientelari: ecco le nuove accuse del giudice. E l'avvocato chiede la scarcerazione dell'ex senatore: è malato

CELANO. È il novembre 2018. L’indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo dell’Aquila – scattata cinque mesi prima – ha innescato una vera e propria crisi amministrativa all’interno del Comune di Celano. Tanto che Filippo Piccone decide di intervenire e, parlando con alcuni funzionari, dichiara: «Fai conto che io in questo momento mi sento più del sindaco, no... mi sento molto di più del sindaco... (incomprensibile) io da una parte ho la responsabilità della città». È uno dei passaggi delle intercettazioni con cui nell’ordinanza il gip Maria Proia sottolinea il ruolo da protagonista dell’ex parlamentare Pdl nella sua Celano. Dove non si muove foglia senza che Piccone lo sappia.
GLI INDAGATI. Da lunedì mattina il vicesindaco celanese è rinchiuso nel carcere di Vasto con le più svariate ipotesi di reato: per lui l'avvocato ha chiesto la scarcerazione per motivi di salute, è malato.

Settimio Santilli, sindaco di Celano

Il sindaco Settimio Santilli e altri sette funzionari e dirigenti comunali sono finiti ai domiciliari: Valter Angelo Specchio, Luigi Aratari, Daniela Di Censo, Giampiero Attili, Livio Paris e Goffredo Mascitti. Altri 15 provvedimenti cautelari emessi dal gip del tribunale hanno riguardato liberi professionisti e costruttori: Franco Felli, Luca Piccirillo, John Carmine Lastella, Claudia Stornelli, Roberto Tonelli, Lucio Zazzara, Giovanni Maceroni, Valeria Pacchiarotta, Andrea Pandolfi, Francesco Stornelli, Fabrizio Confortini, Eugenio Russo, Leonardo Gatti, Vincenzo Santilli, Sergio Rossi. L’attuale assessore allo Sport, Barbara Marianetti, ed Ezio Ciciotti, ex vicesindaco di Celano, hanno avuto l’obbligo di firma.
POTERE CLIENTELARE. Nell’ordinanza di 520 pagine viene sottolineato a più riprese il potere di Piccone, «l’imperatore» come l’ha ribattezzato l’indagato Attili (attuale segretario al Comune di Avezzano), un potere «gestito secondo logiche clientelari, favorendo persone a lui conosciute o, comunque, vicine all’amministrazione comunale, sempre in dispregio dei criteri di imparzialità e buon andamento ai quali si deve sempre ispirare la pubblica amministrazione».

Valter Angelo Specchio
CAPO DEGLI ASINI. Ed è in quel momento di crisi amministrativa, nel pieno dell’indagine, che qualcosa si rompe all’interno del “cerchio magico”. Tanto che Piccone manifesta scarsa stima per il sindaco Santilli, come si evince da una conversazione nel corso della quale Piccone torna a parlare dell’idea del primo cittadino di affidare a Francesco Stornelli una direzione dei lavori, definendo Santilli un «capo degli asini», ammettendo di essere stato lui ad agevolare l’assunzione di tale carica: «L’ho fatto sindaco, probabilmente lo rifaccio pure per quanto gli voglio bene, però è cap’iciucc (capo degli asini), ci sta poco da fare)», aggiungendo che «in sede di raffinazione ancora non c’è passato, lui è sempre allo stato grezzo». In precedenza, Piccone si era lamentato molto del sindaco Santilli, in quanto, secondo lui, era «inadeguato al ruolo e incapace di gestire la crisi in corso, dovuta alla consapevolezza dei funzionari comunali di essere sottoposti a indagine». Dalle pagine dell’ordinanza è proprio il potere di Piccone su Celano quello che emerge in modo marcato. L’ex senatore, evidenzia il gip, era solito ricevere nel suo ufficio amministratori, tecnici e imprenditori, i quali, successivamente, provvedevano «a tradurre in atti amministrativi» le sue decisioni, anche in accordo con i professionisti e gli imprenditori «illecitamente incaricati», dando «una parvenza di legalità alle varie procedure».
POSTI DI LAVORO E RISPETTO. L’esempio emerge dal sistema clientelare, sempre per l’accusa, esteso alla gestione di una cooperativa sociale per il «controllo dei posti di lavoro». Sempre il gip definisce «molto gravi» le interferenze nel caso di un vigile urbano che Piccone aveva ricevuto nella sua segreteria il 31 agosto 2018. Così il gip nell’ordinanza: «Il giovane gli aveva riferito di avere vinto un concorso indetto dal Comune di Avezzano per l’assunzione di agenti di polizia locale e di essere stato assunto a tempo indeterminato dal Comune di Pontedera. Dopo avere affermato di volerlo comunicare a Piccone “per rispetto”, il vigile aveva detto che avrebbe dovuto prestare servizio in Toscana per almeno sei mesi, ma Piccone lo aveva rassicurato. In effetti, proprio alcuni mesi dopo la conversazione riportata, l’uomo era stato trasferito al Comune di Tagliacozzo».
NESSUNO STOP. Ma le presunte condotte illecite, sempre per l’accusa, sono andate avanti anche a indagini in corso (quando in molti sospettavano di essere intercettati), come osservato dal pm: la gara per l’affidamento dei lavori per la riqualificazione urbana delle aree degradate, annullata a settembre 2018, è stata nuovamente svolta nei mesi successivi e si è conclusa a maggio 2019, con l’assegnazione di un lotto da diverse centinaia di migliaia di euro in favore di una ditta di Mascitti, cioè proprio colui al quale doveva illecitamente essere assegnato il lotto nella procedura poi annullata». E, ancora, «il progetto esecutivo della scuola media Beato Tommaso, realizzato da Livio Paris e falsamente firmato da Valter Specchio, è stato approvato e utilizzato per la pubblicazione del bando per l’esecuzione dei lavori». Infine, sempre per il pm, «due concorsi pubblici, banditi dal Comune di Celano, entrambi pilotati secondo le disposizioni di Piccone». Per uno dei posti in ballo l’ex senatore, sempre stando alle accuse, ha fatto avance sessuali a una donna.
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