Popoli, uccide il padre con una coltellata: arrestato il figlio 40enne già graziato per un altro omicidio

Sante Corazzini, 40 anni, ha ucciso il padre Angelo (66) al culmine di una lite. Il figlio ha atteso che il padre andasse a letto e lo ha colpito al torace e al collo con un coltello da cucina. Inutili i soccorsi e la corsa in ospedale. Il 40enne era in cura nel centro di igiene mentale ed era affidato al padre. Negli hanni '90 fu condannato per aver picchiato e ucciso un anziano: sostenne di aver subito attenzioni sessuali. La pena venne prima attenuata in appello e poi condonata nel 1999 con la grazia

POPOLI. Ha ucciso il padre 66enne a coltellate al termine di una violenta lite. Il parricida si chiama Sante Corazzini, 40 anni di Popoli (Pescara). La vittima è Angelo Corazzini, morto in ospedale dopo un intervento chirurgico. Il figlio è ora nel carcere di Pescara. Più di 20 anni fa l'assassino fu coinvolto in un altro omicidio: picchiò e uccise un anziano che gli avrebbe fatto delle avances a sfondo sessuale. Nel 1999 Sante Corazzini fu graziato da Carlo Azeglio Ciampi.

Follia dopo una lite in famiglia. L'omicidio è avvenuto al culmine di una lite tra padre e figlio in una casa popolare in via dei Tigli, al civico 19, nella zona peep di Popoli. Padre e figlio erano soli in casa. Subito dopo la lite il 40enne ha aspettato che il genitore si mettesse a dormire, lo ha raggiunto in camera da letto e lo ha colpito al torace e al collo con un coltello che aveva preso in cucina. Il padre dopo essersi svegliato ha cercato di difendersi dalla furia del figlio, ha provato anche a telefonare alla figlia ma non ce l'ha fatta, stramazzando infine sul pavimento.

I soccorsi e la corsa in ospedale. L'allarme è scattato intorno alle 22,30. Ad avvisare i carabinieri sono stati alcuni vicini di casa richiamati dai rumori. L’anziano, ex impiegato, è stato subito condotto all’ospedale di Popoli. Si era anche ipotizzato un suo trasferimento nel nosocomio di Pescara ma le sue condizioni si sono repentinamente aggravate fino al decesso. Quando in casa sono arrivati i carabinieri, sono intervenuti anche i militari del Reparto Operativo del Comando provinciale di Pescara, Sante Corazzini era in stato confusionale e non ha risposto ad alcuna domanda.

In cura nel centro di igiene mentali, era affidato ai genitori. Sante Corazzini era da tempo in cura nel Centro di igiene mentale di Tocco da Casauria, ed era stato affidato proprio ai genitori in quanto ritenuto seminfermo di mente. Sante Corazzini solo con il padre da quando, tre anni fa, la madre morì per infarto. Da quel momento i rapporti tra padre e figlio, senza la figura materna, non sono stati più gli stessi. Continue litigate, secondo quanto affermano i vicini di casa, anche violente tanto che due anni fa, il figlio aveva cercato di colpire il genitore con un coltello.

Il testimone: liti continue, già due anni fa tentò di accoltellarlo. «Mi ero appena messo a letto quando ho sentito bussare forte alla porta: "ho ucciso mio padre - diceva Sante -, ho ucciso mio padre". All'inizio ho pensato che si trattasse di una delle tante liti poi quando me lo sono visto di fronte con una ferita al braccio ho capito che era successo qualcosa di grave». È la testimonianza del vicino di casa della famiglia Corazzini, Osvaldo Salatino, il primo ad accorrere. «Mi sono affacciato alla porta e ho visto Angelo piegato, con la faccia sul pavimento in mezzo ad un lago di sangue. Volevo entrare insieme con mia figlia ma ho preferito chiamare subito i soccorsi che sono arrivati di lì a pochi minuti. Non era la prima volta che litigavano - continua l'uomo -, due anni fa il figlio aveva già tentato di accoltellare il padre. Avevamo riferito di queste continue liti e della situazione che si faceva pericolosa ma nessuno ci ha dato ascolto».

Il precedente omicidio e la grazia. Nei primi anni Novanta Sante Corazzini era stato condannato per omicidio volontario in primo e secondo grado. La Corte d' Assise d' appello dell'Aquila, nel 1993, ridusse da dieci a sei anni la pena inflitta nei suoi confronti dal Gip del Tribunale di  Pescara, riconoscendolo colpevole di avere picchiato e ucciso nel gennaio 1992 un anziano, Nazareno Frascarella (il cui corpo fu trovato nello spogliatoio del campo sportivo di Popoli) ma concedendogli, al contempo, l'attenuante della provocazione. Corazzini, all'epoca, sostenne infatti di avere picchiato il pensionato per liberarsi delle sue attenzioni a sfondo sessuale. Nel 1999 Corazzini ottenne la grazia dall'allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

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