“Supernotes” la spy story nata nell’inferno

La storia dell’agente Kasper e della sua scoperta Autore è Luigi Carletti, ex vicedirettore del Centro

di Federica D’Amato

Luigi Carletti non sbaglia un libro. La prova schiacciante arriva con “Supernotes” (Mondadori, marzo 2014, 408 pagine, 19 euro), sorta di reportage, fiction, documentario, spy-story, denuncia e molto molto altro, con il quale il giornalista (già ex vicedirettore del quotidiano il Centro) un po' sembra volerci prendere per i fondelli.

Questo libro, infatti, sfugge da qualsiasi qualifica, gettando il lettore (e il critico) in una felice confusione, la stessa che lo incolla alla pagina, tra emozioni vive, cruente, mai scontate, inseguendo una storia impossibile. Eppure reale. «L'inferno esiste e io ci sono stato», queste le parole con cui l'agente Kasper, un ex carabiniere divenuto agente dei sevizi segreti e poi del Ros (il Reparto operativo speciale), comincia a raccontare la sua vicenda a Carletti, che lo conosce da trent'anni e lo ha spronato ad aprirsi circa vicende impossibili da narrare, anche a se stessi. Reportage di una storia vera, il caso dell'agente Kasper negli è stato coperto da omertà, uscendo allo scoperto solo oggi. La vicenda sembra incredibile: l'ex carabiniere italiano, che con il nome di Comandante Marcos aveva già inflitto una pesante sconfitta ai cartelli colombiani della droga, ha trascorso tredici mesi in un campo di concentramento cambogiano, lo hanno rapito e imprigionato, tentando di farlo sparire nel nulla.

Con Kasper dovevano sparire i risultati del suo lavoro, un'indagine lunga e difficile, con un nome che forse, prima di questa storia, non diceva molto ma ora significa tantissimo: supernotes. Per le supernotes si può morire, in barba di qualsiasi legge e a qualsiasi accordo. L'inferno dell'Agente Kasper comincia in Italia ma si consuma in Cambogia, dove nel marzo del 2008 viene sequestrato per essere eliminato. È sbattuto in prigioni improvvisate e in una caserma, poi in un ospedale- lager, infine, a Prey Sar: un autentico campo di concentramento, a pochi chilometri da Phnom Penh. Nessun rappresentante delle istituzioni e del governo da nulla per aiutarlo, qualcuno da molto in alto ha posto un veto. Troppo grande e troppo grave quel che l'agente Kasper ha scoperto con la sua meticolosa indagine: banconote da cento dollari per milioni e milioni, stampate fuori dal territorio americano, e precisamente negli Stati “canaglia”, come Corea del Nord e Afghanistan. Queste sono le supernotes. «Same-same but different», identiche ma differenti, dicono in Cambogia. Ma chi le stampa? Quella che Kasper scopre è una verità quasi incredibile. Documenti, testimonianze, riscontri e reperti: il materiale che Luigi Carletti e l'agente Kasper riescono a mettere insieme nella loro attenta ricostruzione è sconvolgente, ma soprattutto a sconvolgere è l'esperienza diretta del protagonista, narrata con il ritmo e la forza di una folgorante spy story che intreccia e svela anche pagine inedite della recente storia italiana: la nascita di Gladio, la latitanza dei neofascisti in America Latina, il piano per eliminare gli uomini di Nelson Mandela in Europa, la guerra nei Balcani. E, infine, il legame strettissimo e . ambiguo dei servizi segreti italiani con la Cia. “Supernotes” appena pubblicato è entrato di diritto nella top ten dei libri più venduti, e Carletti insieme a Kasper è stato ospite di una avvincente puntata di Porta a Porta nella quale Bruno Vespa ha interpellato anche il generale Nicolò Pollari. Questo a riprova di come una grande storia e una grande narrazione possano rimescolare i principi di finzione e realtà, toccando gli inquietanti misteri che ci riguardano da vicino.

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