Copyright: Mogol, la retribuzione è un diritto

BRUXELLES - "Gli autori producono cultura, e la cultura è il seme della democrazia, della tolleranza, della libertà di pensiero. È per questo che invito i parlamentari ad avere il coraggio di stabilire delle regole adeguate, perché il diritto a essere remunerati per il proprio lavoro è un diritto basilare e inviolabile". Così in una intervista all'ANSA il presidente della Siae Giulio Rapetti, in arte Mogol, si rivolge ai parlamentari italiani affinché portino a compimento il recepimento della direttiva Ue sul copyright approvata lo scorso anno. Delle norme che prevedono da parte dei giganti del web, come Google, YouTube e Facebook, la remunerazione agli editori e agli autori dei contenuti condivisi sulle proprie piattaforme. "È da un po' di tempo che mi chiedo come sia possibile che, di fronte a questa evidente ingiustizia, ci siano ancora delle resistenze, che qualcuno sia ancora reticente", sottolinea Mogol. "È una questione che non ha un colore politico, è piuttosto un fatto di coscienza". Secondo il presidente della Siae nei mesi scorsi sarebbe stata organizzata una campagna di disinformazione capillare da parte dei giganti del web, "appoggiata da chi, come loro, ha predicato un concetto del tutto distorsivo di 'libertà'". "Io sono libero di ordinare ciò che voglio al ristorante, ma sono anche libero di pranzare e poi uscire senza aver pagato il conto?". Stabilire delle regole sulla condivisione di contenuti online, per Mogol, "non significa soffocare la libertà, perché il diritto d'autore non è una barriera al progresso ma un sostegno alla creatività". La battaglia per la tutela del diritto d'autore coinvolge in modo particolare gli artisti più giovani spesso nati su YouTube. "Quando si parla di diritto d'autore si parla del lavoro delle persone, di autori ed editori, che solo in Italia sono oltre 90mila, tra cui tantissimi giovani under 30". Se da una parte YouTube e Facebook rappresentano sicuramente un'opportunità per la musica, sempre a portata di mano sul cellulare, gli artisti devono però essere tutelati da normative adeguate. "Le statistiche ci informano che la fruizione delle opere creative avviene sempre più attraverso le piattaforme online. Questa rivoluzione per le multinazionali del web vale enormi profitti anche grazie alle opere di tantissimi autori", spiega Mogol. Oggi i servizi di condivisione "sono in condizione di decidere la visibilità e il successo di una canzone grazie all'uso degli algoritmi", sostiene Mogol. Il presidente della Siae promette battaglia nei prossimi mesi per la definizione delle norme sul copyright: "Ci continueremo a battere per assicurarci che la direttiva venga recepita in Italia nel rispetto dei tempi, ma soprattutto nel modo il più possibile corretto, per poter garantire ai creatori la massima tutela". In gioco secondo Mogol c'è soprattutto l'identità culturale del Paese. "Il lavoro di chi crea continuerà a essere libero soltanto se adeguatamente protetto e remunerato. Senza il rispetto dei diritti di chi crea, scomparirebbero gli autori del presente e non ci sarebbero autori nel futuro. E senza autori nel futuro, non ci sarà più nessuna bellezza a poterci salvare" conclude.