La spesa italiana dei fondi Ue per l'efficienza degli immobili è sotto al 20%

BRUXELLES - L'Italia è quarta in Europa per richiesta di fondi regionali Ue da impiegare nell'efficientamento energetico, con oltre un miliardo di euro nel periodo 2014-2020, a cui corrisponde però una spesa di appena 231 milioni, vale a dire meno del 20% delle risorse a disposizione. È quanto emerge dall'ultima valutazione della Commissione Ue, che fa il punto degli investimenti in efficienza realizzati con i fondi regionali Ue nel 2014-2020. Tutti gli Stati membri hanno speso molto meno di quanto annunciato: circa 5,2 miliardi a fronte dei 16,2 programmati (pari al 32%). In proporzione, il Paese che ha speso di più è stata la Bulgaria (il 78% dei fondi richiesti), seguita da Croazia (61%) e Slovenia (57%). Maglia nera il Portogallo (7%), seguito da Finlandia (13%) e Belgio (15%). L'Italia è tra i peggiori 10 per percentuale di spesa effettivamente realizzata (18%). Dal report emerge inoltre che, malgrado la scadenza fissata a marzo 2020, l'Italia, insieme a Malta, Ungheria, Slovenia e Polonia, non ha ancora presentato a Bruxelles alcun piano per l'efficienza energetica al 2050, come richiesto dalla direttiva comunitaria del 2018. Per il nostro Paese al momento restano dunque validi i capitoli dedicati all'edilizia inseriti nel piano nazionale del 2014.