Del Grosso, interista senza mai giocare

Il terzino di Giulianova: ora voglio una opportunità per il rilancio

E' un leone in gabbia Federico Del Grosso. Ruggisce in attesa di tornare in campo, la sua arena. Ha trascorso gli ultimi mesi tra ospedale, riabilitazione e allenamento. Sempre da solo, soffrendo in silenzio. Adesso che sta bene aspetta una chiamata per tornare a fare il pendolino sulla fascia destra. Aspetta una chiamata da una società disposta a concedergli fiducia dopo aver toccato il cielo con un dito. Sì, perché per un anno e mezzo il 28enne terzino giuliese è stato un giocatore dell'Inter. Anche lui a libro paga di Massimo Moratti senza però aver mai vestito la maglia nerazzurra. «E' accaduto che a gennaio del 2010 la Ternana mi ha messo fuori rosa», ha raccontato Federico Del Grosso, gemello di Cristiano in forza al Siena. «Non so il perché, ma mi è stato detto di trovarmi una squadra. A fine mercato, però, mi sono trovato inserito nell'operazione per il passaggio del cileno Luis Jimenez dalla Ternana all'Inter». Probabilmente, per una questione di plusvalenze. Sta di fatto che Del Grosso il 30 giugno del 2010 ha sottoscritto un contratto di un anno e mezzo con l'Inter che poi l'ha girato alla Pro Patria (Prima divisione). «Ho iniziato bene, ma poi mi sono fatto male a Sorrento: rottura del malleolo della caviglia. Ho recuperato abbastanza in fretta, sono rientrato per i play out che, però, non sono andati bene, visto che siamo retrocessi». Poco male, perché comunque Del Grosso è rientrato all'Inter per fine prestito. «Mi aspettavo che mi girasse in qualche altro club, nel frattempo mi sono allenato da solo a Giulianova. La sfortuna ha voluto che mi facessi male mentre correvo». Un'altra tegola: lesione parziale del tendine rotuleo. Il 28 agosto l'operazione ad Arezzo e poi la riabilitazione. Mesi trascorsi in silenzio, mesi di sofferenza in palestra fino allo scorso gennaio, quando Federico Del Grosso è stato ad Appiano Gentile per una settimana. «Mi sono allenato con gli infortunati, era l'Inter di Leonardo. Un altro passo, un altro mondo rispetto alla serie B e alla Lega Pro», racconta il terzino giuliese. Sta di fatto che a gennaio era pronto per tornare in campo. C'è stata anche una trattativa con il Giulianova (Seconda divisione) che, però, non è andata a buon fine. Nelle scorse settimane, la separazione consensuale dall'Inter. Ognuno per la sua strada. E ora attende l'occasione per sentirsi di nuovo un calciatore a tutti gli effetti. «Mi dispiace per quelli che mi davano per finito. Mi dispiace ma sono vivo, vegeto e pronto per scendere in campo». Parole ricche di rabbia. «Mi sono sentito tradito, il silenzio di certe persone che ritenevo amiche mi ha fatto più male delle critiche ricevute in dieci anni di calcio in mezzo al campo». Attende solo un'opportunità per sprigionare la sua rabbia. Qualche trattativa è stata imbastita con squadre di Prima divisione, una addirittura anche in B. «Devo dire grazie alla mia famiglia e a mio frattello che mi hanno sempre sostenuto. Ma vorrei spendere delle belle parole per Marco Marcattili, il preparatore che ha curato il mio lavoro negli ultimi mesi e che mi ha permesso di tornare ad essere un atleta». E' un fiume in piena Federico Del Grosso. «Ho sempre lottato in campo e fuori, di certo non finirò di farlo adesso. Le sofferenze mi hanno temprato e mi hanno fatto diventare più forte caratterialmente». Interista senza mai aver vestito la maglia nerazzurra, ma simpatizzante della Lazio. «Tutto merito di Roberto Mancini, il mio idolo. Ho avuto l'opportunità di conoscerlo quando vestiva la maglia biancazzurra e da quel momento ho iniziato a tenere per la Lazio, nonostante Mancini sia andato via».  Simpatizzante della Lazio e tifoso del fratello, Cristiano, tornato in serie A con il Siena. «E' il mio gemello, che cosa dire di più? Lui è eccezionale, come i miei familiari. Mi rende partecipe delle sue gioie, abbiamo un gran rapporto. Peccato, mi sarebbe piaciuto fare la sua carriera, ma la sfortuna si è accanita abbastanza nei miei confronti». (r.c.)

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