«Un 2017 da incorniciare Ora voglio l’oro a Tokyo» 

Nicolai: «Ho vinto l’Europeo, punto al Mondiale e sogno l’Olimpiade»

PESCARA. L’Europeo in bacheca, le Olimpiadi nel mirino. È partito dalle spiagge di Ortona ed è arrivato su quelle prestigiose brasiliane, dove ha vinto una medaglia d’argento ai giochi olimpici di Rio, nel 2016. Tra due anni in Giappone, a Tokyo, vuole salire sul tetto del mondo. Paolo Nicolai, 29 anni, campione ortonese di beach volley, in coppia con Daniele Lupo, ha rivinto per il secondo anno consecutivo e per la terza volta in carriera il titolo europeo e già questo successo basta a rendere positivo il suo 2017. E per ben cinque volte è salito sul podio di tornei World Tour. Una conferma dopo l’altra del fatto che questo ragazzone di 201 centimetri ha riscritto la storia del beach volley italiano. Il 29enne ortonese è stato ospite della rubrica “il Pallone al Centro”, e ha parlato dell’anno appena concluso e degli obiettivi futuri.
Nicolai, quali obiettivi per il 2018?
«Sicuramente consolidare il 2° posto del circuito Mondiale 2017, magari provando a vincere qualche gara in più. Considerando anche che abbiamo vinto l’Europeo. Chiaro è che io e Lupo puntiamo a Tokyo 2020».
La vittoria dell’Europeo è stata quella più importante?
«Sì, è stato molto bello vincere in Lettonia e battere la coppia di casa davanti al proprio pubblico».
La sintonia con Daniele Lupo aumenta ogni anno.
«Ci troviamo alla grande. Daniele ha 26 anni, è molto più giovane di me che sono a un passo dai 30. Però è già molto esperto, visto che da otto anni gioca nel World Tour».
L’esperienza più bella in carriera?
«Quella che ho fatto negli Stati Uniti nel 2011. Quel periodo negli USA mi ha cambiato la vita. Poi, a livello di popolarità, sicuramente Londra 2012. In quell’Olimpiade mi sono messo in mostra ed è stato emozionante prendere parte alla prima spedizione olimpica. A Rio, nel 2016, poi ho vinto l’argento ed è stato fantastico»
Perché l’Olimpiade è l’obiettivo di tutti gli atleti?
«Perché si lavora 4 anni per partecipare a quell’evento planetario che catalizza l’attenzione di tutto il mondo. Tutti parlano e seguono le Olimpiadi e credo che per ogni sportivo sia un sogno prendervi parte».
Vacanze invernali finite, si riparte e all’orizzonte ci sono già i primi impegni.
«Oggi torno a Formia per ricominciare gli allenamenti. Lavoro tutti i giorni con una doppia seduta. Faccio sala pesi, tecnica e analisi dell’avversario. Diciamo che mi alleno 7 ore al giorno. Il World Tour sta per partire ed io e Lupo saremo in campo il 26 febbraio a Miami e, poi, la settimana successiva, in Qatar».
Lei parlava di Olimpiadi. La coppia da battere sarà ancora quella brasiliana formata da Alison e Bruno?
«Sono i favoriti, ma, oltre al Brasile, direi che bisognerà fare attenzione agli olandesi e agli statunitensi».
L’Italia?
«Siamo pronti e combatteremo per l’oro. Dopo l’argento di Rio, a Tokyo ci piacerebbe vincere la medaglia più prestigiosa».
Nel beach quanto sono importanti l’ambiente e il fattore campo?
«Tanto. È un bel vantaggio giocare con il pubblico a favore perché ti carica e ti dà molto coraggio. Averlo contro, invece, non è il massimo. In Lettonia, per esempio, quando abbiamo vinto l’Europeo, potevi provare ad isolarti, ma a Rio con 12mila brasiliani che spingevano la nazionale di casa non è stato facile. Il tifo, il calore e l’atmosfera mettevano i brividi».
Lei, in Brasile, prima della finale, è stato anche protagonista di un simpatico siparietto.
«Sì, un bagarino voleva vendermi un biglietto per Italia-Brasile. Io ho sorriso e gli ho detto “Credo che non serva” E’ stato davvero divertente».
Se le dico 2008, cosa le viene in mente?
«L’anno del mio debutto nel World Tour. L’esordio ci fu a Roseto, ero in coppia con Giontella e giocammo contro Roger e Dalhausser. Ci presero a pallonate».
Fino a quando giocherà?
«Finché potrò esprimermi a buoni livelli. Quando non sarà più così, allora mi ritirerò perché non ho intenzione di fare brutte figure».
Parliamo della Nazionale di pallavolo. Quest’anno la finale del Mondiale si disputerà a Torino. Secondo lei l’Italia dove potrà arrivare?
“L’Italia ha Osmany Juantorena che è un vero asso nella manica e, secondo me, può arrivare fino in fondo»
Segue l’Impavida Ortona?
«Certo. La Sieco anche quest’anno ha allestito una rosa forte».
La classifica, però, dice altro.
«La squadra è davvero competitiva, ma purtroppo alcuni giocatori importanti si sono infortunati. La sorte non ha dato una mano agli ortonesi che con la rosa al completo potrebbero lottare per i primi posti».
I suoi hobby quali sono?
«Seguo molto la pallavolo e poi cerco di studiare. Ho promesso ai miei genitori di conseguire la laurea in economia e cerco di studiare nei ritagli di tempo».
Ci sono eredi di Nicolai?
«I prospetti migliori sono in gran parte abruzzesi. Dico Ceccoli, Vitelli, Lalloni, Di Silvestre, Cappio e Alfieri. Questi ragazzi possono arrivare in alto». (l.d.m.)
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