Zauri: la strada è giusta,  il 4-3-2-1 ci ha dato solidità 

L’allenatore biancazzurro: «Io come Zeman? Per favore, non scherziamo...» 

PESCARA. A Empoli per il definitivo salto di qualità. Domani il Pescara sfiderà una delle principali favorite per la promozione, che però attraversa un periodo di crisi (3 punti in 5 gare). Bisognerà approfittare delle difficoltà dell’undici guidato da Cristian Bucchi, in passato calciatore e tecnico del Delfino, e dare continuità alla bella vittoria contro il Pisa. Il passaggio al 4-3-2-1 ha esaltato le caratteristiche dei biancazzurri, ma per proseguire la marcia verso la zona play off sarà necessario superare l’esame di maturità, domani, al Castellani. Un’impresa non facile per una squadra che finora ha vissuto di alti e bassi. Luciano Zauri spera di aver trovato finalmente la formula giusta. Zauri, il nuovo modulo ha dato risposte incoraggianti.
Zauri, il 4-3-2-1 è la svolta? «Me lo auguro. Il sistema di gioco non è tutto, ma ha la sua importanza e in questa fase giocando con il 4-3-2-1 abbiamo trovato la quadratura. Tuttavia, oltre al modulo contano gli interpreti e ultimamente i ragazzi stanno bene e sono cresciuti tanto».
Empoli è un test per misurare le vostre ambizioni?
«È una gara importante per valutare la nostra forza. Sulla carta loro sono più forti, però abbiamo le armi per metterli in difficoltà».
Pregi e difetti dell’Empoli?
«I toscani sono una delle corazzate del campionato, anche se nelle ultime partite hanno raccolto poco. Faccio fatica a individuare punti deboli, se non quello relativo alla condizione psicologica causata dal recente trend negativo».
Cristian Bucchi è sotto osservazione. Cosa dice al suo collega?
«Con lui ho un ottimo rapporto. Abbiamo giocato insieme nelle nazionali giovanili e poi mi ha allenato in A a Pescara. Rischia l’esonero? Purtroppo gli allenatori sono sempre i primi a pagare quando i risultati non arrivano. Spero che la mia squadra vinca al Castellani e mi auguro che l’Empoli dia a Bucchi il tempo necessario per risalire la china».
Leo Mancuso, il grande ex, è l’uomo più temibile?
«Hanno molti uomini pericolosi. È chiaro che dovremo essere bravi a limitare Mancuso, i giocatori forti come lui non si possono annullare».
Al centro dell’attacco del Pescara c’è invece Borrelli, un 19enne che sembra diventato insostituibile.
«È un ragazzo che ha voglia di emergere, ma ha giocato appena tre gare in B, non ha fatto nulla e deve continuare così. Sono felice per lui, si sta impegnando molto e sono contento anche di come lavorano Maniero e Brunori che scalpitano per avere spazio».
La settimana scorsa ci sono stati screzi con Del Grosso e Bruno. Tutto risolto?
«Non ho problemi con nessuno, per me Del Grosso e Bruno sono come tutti gli altri. Domani (oggi, ndc) deciderò se convocarli o meno».
Alla fine del match col Pisa, Sebastiani ha detto: “Quando sento parlare di salvezza mi viene l’orticaria”. Cosa risponde?
«Dico solo che senza passare per la salvezza non si fa niente. Quando la raggiungeremo, potremo parlare di altri obiettivi. Ovviamente il presidente può dire ciò che vuole».
Sono rientrati in gruppo Kastanos e Melegoni. Il centrocampo del Pescara è il migliore della B?
«È tra i più forti del torneo. Abbiamo tante alternative valide e purtroppo ogni settimana sono costretto a lasciare fuori calciatori di spessore».
Con il Pisa si è visto il vero Pescara di Zauri?
«Sono contento quando la squadra ha un atteggiamento propositivo, fraseggia e crea occasioni, però non ho la presunzione di dire che abbiamo risolto i problemi. Anche quando si perde è il mio Pescara».
Miglior attacco e terza peggiore difesa. Si sente un po’ zemaniano?
«No, preferirei prendere qualche gol in meno, ma questo non significa essere difensivista. A me piace proporre un calcio offensivo cercando di conservare sempre un equilibrio in campo. Inoltre, per caratteristiche non utilizziamo molte giocate codificate. Calciatori come Memushaj e Machìn non si possono ingabbiare in schemi rigidi, vanno lasciati liberi di esprimere il loro talento. In ogni caso, Zeman resta un maestro».
Stamani rifinitura a Pescina, il paese dove è nato.
«Sono contento, quando il team manager Gessa mi ha proposto questa soluzione ho accettato subito con entusiasmo. Sono molto legato a Pescina, per me è come se fosse New York!»
Giovanni Tontodonati
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