Addio a Marrangoni «Uomo laborioso e intraprendente» 

Così l’ha ricordato don Pietro Lalloni celebrando il funerale nella chiesa di Borgo Spoltino, la country house dello chef venuto a mancare improvvisamente venerdì scorso

MOSCIANO. Mancherà tanto Gabriele Marrangoni, mancherà a sua madre Graziella, mancherà alla sorella Sabrina e ai figli Davide e Alessio, mancherà tanto al suo collaboratore fidato Gabriele Ruffini e mancherà ai colleghi, agli amici e a tutti quelli che con lui hanno condiviso lavoro e passioni. E in tanti ieri lo hanno voluto salutare, con le lacrime agli occhi, mentre la musica dolce di un violino e di un violoncello riempiva la graziosa chiesetta della country house Borgo Spoltino, quella che proprio Gabriele aveva voluto restaurare e che, soprattutto in estate, ospitava le cerimonie degli sposi che avevano scelto quel luogo in mezzo alle colline per il giorno del sì. «Era un uomo laborioso e intraprendente che non si fermava mai», ha detto don Pietro Lalloni durante la cerimonia.

leggi anche: Lo chef Gabriele Marrangoni Mosciano Sant'Angelo, stroncato da un infarto a 51 anni lo chef Marrangoni A trovare in casa ormai senza vita il titolare del ristorante Borgo Spoltino sono stati i suoi colleghi di lavoro, preoccupati dall'insolita assenza da lavoro

«La sua morte è stata inaspettata e improvvisa e la presenta di tante persone oggi è un segno di gratitudine e di ammirazione nei suoi confronti». La piccola chiesa non ha potuto contenere tutti e in centinaia sono rimasti fuori per dare l’ultimo saluto a Gabriele che, dopo la cerimonia funebre è stato portato nel cimitero di Villa Torre di Castellalto. «La morte di Gabriele Marrangoni, cuoco e contitolare di Borgo Spoltino mi ha molto colpito e ha colpito tutti coloro che lo hanno conosciuto», ha detto Massimo Di Cintio di Slow Food Abruzzo. «Lo avevo incontrato su segnalazione del compianto Libero Masi nel 2000 quando insieme a due soci aveva aperto il ristorante Casale a Bellante che subito entrò nel circuito Slow Food nel quale è sempre rimasto, sempre al vertice e sempre premiato con i massimi riconoscimenti». Di Cintio dice che Marrangoni fu tra i primi a capire che il cuoco aveva un valore sociale, fondamentale per promuovere e stimolare i produttori ed è stato un innovatore nel mondo della cucina che ha saputo portare anche in altri continenti per scambiare la sua cultura con quella degli altri. «Tra le tante immagini che mi tornano in mente», conclude Di Cintio, «la sua felicità nell'ospitare l’ultimo incontro dell’Ordine dei Cavalieri dei maccheroni alla chitarra nello scorso settembre e la sua foto con il suo viso sorridente che campeggiava nel centro di Firenze ospite di Eataly nello scorso novembre».
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