L’ospedale di Atri è tra i primi a sperimentare l’ozonoterapia 

Per ora può farla un paziente per volta, si attende l’ok dell’organo nazionale per l’uso a tappeto Ieri due vittime, i ricoverati scendono a 90, sei i dimessi. Tutti negativi i 150 tamponi fatti a Pineto

TERAMO. L’impressione è che l’epidemia sia entrata in una fase discendente, almeno stando al numero dei ricoveri e delle dimissioni alla Asl di Teramo. Una fase, anche, in cui l’offerta sanitaria della Asl si arricchisce di una nuova arma: all’ospedale di Atri è entrato in funzione un nuovo macchinario per l’ozonoterapia. Il San Liberatore è uno dei primi ospedale in Italia – attualmente se ne contano solo altri tre – ad applicare una terapia del genere.
I NUMERI. Fra venerdì sera e ieri si contano altre due vittime nelle due strutture Covid della Asl: Una di Lanciano, una donna morta a 54 anni nell’ex sanatorio di Teramo e un 88enne di Bellante morto ad Atri. In totale al momento le vittime teramane morto di coronavirus sono 46.
I ricoverati sono 90, di cui 80 nelle due strutture e 10 nelle due Rianimazioni Covid. Sei sono i degenti dimessi. Sono 408 i pazienti in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva da parte della Asl e 20 sono i casi positivi diagnosticati ieri. La buona notizia arriva da Pineto, dove tutti i circa 150 cittadini che lavorano nel settore alimentare sottoposti a tampone sono risultati negativi.
OZONOTERAPIA AD ATRI. Primo paziente sottoposto ieri a ozonoterapia all’ospedale di Atri. Il macchinario è stato acquistato in tempi record dalla Asl, dietro richiesta del primario Enrico Marini. Ma per utilizzarlo la direttrice sanitaria della Asl, Maria Mattucci, ha dovuto chiedere il parere del comitato etico regionale, che ha autorizzato il trattamento a un paziente per uso compassionevole. L’utilizzo per ogni paziente dovrà essere soggetto ad autorizzazione del comitato, dopo ovviamente il consenso informato del paziente. «Per l’uso sperimentale a tappeto», spiega Mattucci, «chiederemo subito l’autorizzazione al comitato etico nazionale allo Spallanzani. Negli ospedale in cui è stata utilizzata, fra l’altro, con l’ossigeno-ozonoterapia si riscontra un miglioramento delle condizioni pazienti non gravi intubati e riduce il tempo di intubamento. In sostanza compensa l'ipossemia in tempi rapidi». Ieri Marini, assistito da un tutor esperto in questo tipo di terapia, l’ha iniziata su un paziente della provincia di Teramo ricoverato in Medicina tramite infusione endovena. «Seguiremo i protocolli stabiliti dalla Società scientifica di ossigeno-ozonoterapia», aggiunge Marini, «ci aspettiamo miglioramenti in pochi giorni». A darne notizia con soddisfazione è il capogruppo della Lega in consiglio regionale, Pietro Quaresimale. «L’ospedale di Atri si conferma una eccellenza sanitaria non solo nel panorama regionale», afferma, «questo deve indurre la Regione a investire di più sul nosocomio, anche per garantire la rapida ripresa di tutte le attività ospedaliere». Quaresimale ringrazia Marini, il neurochirurgo Antonio Scucimarra esperto nella terapia che ha fornito assistenza, il direttore sanitario dell’ospedale Marino Iommarini e il personale che «facendo squadra, ha realizzato quest’esempio di buona sanità: grazie a tutti loro si applica una nuova metodica per sconfiggere il maledetto virus».
©RIPRODUZIONE RISERVATA