Multe, processo al capo dei vigili urbani 

Il comandante di Roseto accusato di falsità ideologica per 1023 verbali di contravvenzione ritenuti illegittimi 

ROSETO. Sarà un processo ad accertare la verità giudiziaria sul caso della “Multopoli” rosetana. Così ha stabilito il gup Mauro Pacifico che ha rinviato a giudizio con l’accusa di falsità ideologica l’attuale comandante ad interim della polizia municipale di Roseto Tarcisio Cava (difeso dall’avvocato Pietro Referza). Il processo inizierà il 7 febbraio.
Il pm Davide Rosati (titolare del fascicolo) contesta a Cava l’emissione di ben 1023 verbali tra ottobre e dicembre 2013 nei confronti di altrettanti automobilisti dopo che si era appostato in due punti a bordo della sua vettura munito di telefonino con il quale filmare: al semaforo di piazza Ungheria e a quello lungo la statale 150, all’altezza di Campo a mare. Tre le tipologie delle infrazioni al codice della strada riscontrate: attraversamento dell’incrocio con il semaforo rosso, uso del telefonino al volante e guida senza cinture. Ma, sostiene la Procura nel capo d’imputazione, Cava «attestava falsamente l’impossibilità di procedere alla contestazione immediata dell’infrazione adducendo di essersi trovato “a bordo del proprio veicolo nell’opposta direzione di marcia”, mentre invece risultava che il prevenuto  aveva parcheggiato il proprio veicolo nei pressi di intersezioni stradali regolate da impianto semaforico sincronizzato e si era limitato a rilevare le targhe delle autovetture che, asseritamente commettevano le violazioni al codice della strada, omettendo di procedere all’immediata contestazione, pur potendo procedere al fermo del veicolo che circolava con direzione di marcia opposta rispetto alla propria autovettura».
Cinque le parti civili ammesse: si tratta di multati assistiti dall’avvocato Daniele Di Furia. Ma è ipotizzabile che altri si costituiscano in apertura di dibattimento.

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