Università, no di Brucchi alla fusione con L’Aquila

Vertice in Comune con il rettore che smentisce i dati sulla fuga degli studenti ma i ragazzi in aula denunciano tutti i disservizi dei trasporti e della mensa

TERAMO. Gli studenti chiedono più servizi e le istituzioni s'interrogano sul futuro dell'ateneo. Sono questi i cardini sui quali ruota il tavolo tecnico convocato dal sindaco Maurizio Brucchi per affrontare i problemi dell'università teramana.

Dopo l'allarme sul calo degli iscritti e sul fututo assetto dell'ateneo il primo cittadino chiama in Comune i rappresentanti di studenti e docenti, Provincia, Regione e altre categorie interessate. La risposta degli universitari è stata massiccia, con delegati di vari gruppi studentesci, oltre al rettore Rita Tranquilli Leali e al presidente dell'Adsu Nicola Aprile. Molto scarsa, invece, la partecipazione di consiglieri comunali, rappresentati per tutta la riunione solo da Siriano Cordoni (Idv) e Marco Tancredi (Pdl), e di esponenti di altre categorie, con l'unica presenza di aula di Elisa Grotta della Uil.

I SERVIZI. I protagonisti del dibattito, dunque, sono stati gli studenti che hanno denunciato una serie di carenze relative a quanto viene offerto loro dalla città e dall'ateneo. In particolare sono state evidenziate le inadeguatezze del servizio di trasporto pubblico, soprattutto per i collegamenti tra il centro e le sedi di Coste Sant'Agostino. La collocazione non ottimale della mensa e della casa dello studente, per altro incompleta, e del polo di Veterinaria a Piano d'Accio sono state le altre questioni principali segnalate. Rimarcati anche l'assenza d'iniziative che trattengano in città gli studenti nei fine settimana e l'aumento degli affitti. Brucchi ha annunciato l'imminente rivistazione del sistema del trasporto pubblico evidenziando però che "la coperta è cortissima".

I NUMERI. Il rettore si è soffermato sull'adamento delle iscrizioni sostendo che la situazione è meno drammatica di quanto descritto. «In base agli ultimi dati abbiamo 7.772 iscritti», ha spiegato, «l'università non sta morendo». Rita Tranqulli Leali ha citato un rapporto del Censis secondo cui quello di Teramo sarebbe al secondo posto nella classifica dei piccoli atenei, dati contestati dagli studenti, per i quali le cifre del ministero dell'Università offrono risultati molto meno incoraggianti sia per iscrizioni che per qualità della proposta. Critico anche Cordoni, a detta del quale «se non ci sono problemi, è inutile star qui a parlare».

IL FUTURO. L'incontro, che si ripeterà a metà luglio, è servito a fare il punto sulle prospettive dell'ateneo. Per Brucchi l'autonomia va difesa e se questo non è possibile bisogna comunque conservare la dignità. «Siamo orgogliosi della nostra idendità e di chiamarci università di Teramo», ha fatto notare il rettore, «non sono contraria a una federazione sulla base di un accordo tra le tre università abruzzesi, ma la fusione non avrebbe alcuna utilità».

Per Enrico Mazzarelli, capo della segreteria del governatore Gianni Chiodi e suo sostituto nella riunione di ieri, è necessario ripensare il rapporto tra la città, l'ateneo e gli studenti pianificando interventi anche a lungo termine. L'assessore provinciale Vincenzo Falasca, invece, ha sollecitato un approfondimento dell'analisi sullo stato dell'università per adottare strategie condivise.

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