TERAMO

Viadotti autostrada, chiesti 22 anni per gli 8 imputati

Tra gli accusati l’imprenditore Carlo Toto e l’ex amministratore delegato Cesare Ramadori. I reati sono attentato alla sicurezza dei trasporti e inadempimento di contratti di pubbliche forniture

TERAMO. Quattro ore di requisitoria dei pm, una memoria di 800 pagine e richieste di condanna per 22 anni complessivi: il processo sulla sicurezza dei viadotti del tratto teramano - Casale San Nicola a Isola del Gran Sasso,  Cretara, San Nicola 1 e 2, Le Grotte, Cerchiara, a Isola e Colledara - dell’A24 entra nel vivo con il rito abbreviato per gli otto imputati e le richieste della Pubblica accusa a scandire una nuova udienza preliminare per il procedimento teramano. Che è il secondo che si avvia a conclusione dopo quello aquilano finito con l’assoluzione dei vertici di Strada dei Parchi perché il fatto non sussiste. Questo mentre, a livello nazionale, è in corso una battaglia a colpi di ricorsi dopo che dal luglio scorso la gestione di A24 e A25 è stata affidata all’Anas in seguito alla revoca della concessione a Strada dei Parchi.
Le ipotesi di reato: inadempimento di contratti di pubbliche forniture e attentato alla sicurezza dei trasporti.  I fatti contestati dalla Procura si riferiscono al periodo in cui Strada dei Parchi ha gestito l’autostrada che attualmente è nelle mani dell’Anas.
I pm hanno chiesto una condanna a tre anni per Carlo Toto imprenditore patron della Toto Holding che controlla Strada dei Parchi; tre anni per l’ex amministratore delegato di Sdp Cesare Ramadori; tre anni per l’ex direttore generale di esercizio Igino Lai; tre anni per l’ex direttore operativo Marco Carlo Rocchi; tre anni per l’ex direttore tecnico Gabriele Nati; tre anni per l’ex responsabile della direzione tecnica Mario Bellesia; due anni ciascuno per gli ex amministratori delegati Sandro Capparucci e Roberto Zianna. Alle richieste della Procura si sono associate le parti civili rappresentate dagli avvocati Domenico Giordano per Cittadinanza Attiva, Fabrizio Foglietti per Codacons e l’Avvocatura dello Stato per il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture.
Si torna in aula giovedì 27 aprile con le prime arringhe dei difensori. La sentenza è attesa prima dell’estate.
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