A casa di Di Pietro Idv e Pd spaccati verso le elezioni

Comunali a Montenero di Bisaccia. Lite Idv-Pd, per la prima volta il centrosinistra verso candidati separati. Veleni nella roccaforte Accuse e denunce in attesa che arrivi Di Pietro

MONTENERO. Nel feuduccio di Antonio Di Pietro la goccia che ha fatto traboccare il vaso è la delibera con la quale il Comune ha dato il via libera al piano di edilizia convenzionata da 12 palazzine e 144 appartamenti sulla costa, di fronte al nuovo porto turistico. L’Idv, dietro il quale c’è la lunga mano del figlio del leader nazionale, Cristiano Di Pietro (consigliere provinciale), si è impuntata e ha fatto ricorso al tribunale amministrativo che ha sospeso la delibera. A quasi due mesi dal rinnovo del consiglio comunale questa mossa ha sbriciolato quel poco che era rimasto dell’alleanza di centrosinistra guidata da due mandati dal sindaco uscente, il medico Giuseppe D’Ascenzo. Con la conseguenza che per la prima volta dopo 25 anni nel comune molisano più vicino all’Abruzzo esista la possibilità che si presentino tre schieramenti con altrettanti candidati sindaci: quello formato da Idv e liste civiche (Montenero Viva e Piazza Pulita), quello di Progresso e libertà (con Pd, Sinistra ecologia e libertà e Costruire democrazia) e infine dal centrodestra. Considerando che la forbice tra i tradizionali due gruppi nelle passate amministrative non è stata poi così ampia (vedi tabelle), è facile pensare quale grande occasione verrebbe offerta al centrodestra per impossessarsi del regno da 6mila abitanti di “Tonino”.

Quante possibilità esistano che Pd e Idv possano trovare un punto di contatto in pochi giorni è difficile dirlo anche perché ad allargare la distanza ci si è messa la decisione del partito di Di Pietro di scegliere già un suo candidato - un altro medico, Margherita Rosati - che è tra l’altro membro del direttivo del Pd. Una scelta non condivisa dal partito di Bersani, che ha pronto un altro nome sul quale puntare. Un’acredine cresciuta con il tempo, fanno notare in municipio, che ha portato quella apparente, solida maggioranza di 12 consiglieri del centrosinistra (contro i 5 del centrodestra) a spezzettarsi e a rendere difficile ogni passaggio della vita amministrativa. «Alla fine potevamo contare solo su 4 consiglieri della maggioranza», ricorda il vice sindaco Donato Benedetto (indipendente) che ce l’ha comunque con l’Idv «per essere stato messo da parte dall’oggi al domani dal partito».

Che una decisione definitiva ancora non ci sia lo dimostra il fatto che di manifesti negli spazi elettorali non si vede neanche l’ombra. Nei bar e nella piazza davanti al municipio si discute con svogliatezza sulla questione malgrado la giornata di sole e lo splendido sfondo della Maiella innevata. Sulla candidatura della Rosati non c’è dubbio, ma il Pd è disposto a scendere a patti con Idv? «Assolutamente no», risponde secco il segretario cittadino Giuseppe Chiappini, «ne abbiamo già passate tante in questi anni, adesso basta». Le ultime condizioni poste da Idv sono: l’abiura della delibera sul piano di edilizia convenzionata e niente ricandidatura dei consiglieri pd uscenti. Chiappini è drastico: «Siamo noi il primo partito di Montenero, in questa fase è importante il metodo: non si deve partire da un nome, ma dagli argomenti e valutare insieme se gli angoli si possono smussare. Dopo si può decidere il candidato». Il collega Idv Simona Contucci ne fa una questione di mala-amministrazione: «Montenero non è mai caduta così in basso, tra affari, speculazioni ed interessi».

E Di Pietro? In questo marasma ideologico del centrosinistra non si è fatto sentire. In tanti si aspettavano che una sua parola rimettesse le cose a posto. «Mah», sospira Chiappini il cui padre era il barbiere preferito dell’ex magistrato: «Tonino qui deve subito capire che differenza c’è tra un alleato fedele e un nemico politico».