A casa in taxi dopo le follie della movida

Un nostro cronista racconta dal sedile posteriore il nuovo servizio gratuito

L'AQUILA. Una notte sul sedile posteriore di un taxi, alla scoperta della geografia della nuova movida cittadina. Storie di giovani che si intrecciano a bordo, tra studenti, professionisti, precari, disoccupati: c'è chi fa la spola da un locale all'altro, chi alza il gomito e si lascia accompagnare, chi chiama il Radio taxi perché altrimenti non avrebbe altro mezzo per raggiungere i pub dalla periferia, dove vive in esilio forzato dal 6 aprile 2009.

TAXI DI NOTTE. Manca ancora qualche minuto a mezzanotte. La Fiat Idea di Osvaldo Capestrani è ferma al parcheggio dei taxi davanti al Motel Agip. Il sabato appare più tranquillo del solito e gli universitari sono ancora fuori per le vacanze. «Non sembra», spiega, «ma spesso sono loro a fare la differenza, tante chiamate al Radio taxi arrivano da loro. Ci chiedono di accompagnarli dai loro appartamenti in periferia ai vari locali, a seconda delle feste che si organizzano». Uno come Capestrani, 45 anni di età con quasi 25 di servizio al suo attivo, della notte se ne intende. Sa benissimo che chi non ha la macchina, in una situazione articolata come quella del post-terremoto, rischia di dover passare le serate a suon di tombolate e pigiama party. «È questo quello che ci dicono i ragazzi», spiega, «se non ci fossimo noi sarebbero costretti ad arrangiarsi, a fare l'autostop nel migliore dei casi, ma non certo tutte le sere, specie con le temperature aquilana».

Questa esigenza ha spinto il Consorzio di servizio Radio taxi, Co.t.aq. (Consorzio tassisti L'Aquila), di cui Capestrani è vicepresidente, ad intensificare le corse notturne, almeno nelle serate di giovedì e sabato. Così è nato il servizio «Taxi-smile». Il consorzio ha attivato una convenzione speciale con una rete di locali cittadini in modo da permettere nelle serate di punta dei prezzi popolari per le corse.

«Per muoversi all'interno del perimetro cittadino bastano 6 euro», assicura il tassista, «così una comitiva di quattro amici riesce a spostarsi con 1 o 2 euro a testa». E le comitive telefonano in continuazione. La musica di Virgin Radio che Capestrani tiene accesa no stop viene interrotta continuamente dalle telefonate al Radio taxi.

IL CELLULARE. Le prime chiamate sono per il Guernica, la discoteca di Pizzoli, forse l'unica al momento, in attesa che riapra il Gretagarbo. Il resto dei locali aquilani propongono una soluzione «ibrida» a cavallo tra il pub e la discoteca. Alle prime chiamate, Capestrani - che è anche responsabile del servizio notturno - non deve fare altro che chiamare i colleghi al cellulare e inviare un taxi, una rete di persone al lavoro che garantisce una copertura di buona parte del territorio comunale e dei paesi limitrofi in un lasso di tempo di 10-15 minuti. «Siamo in 14 a dividerci i servizi notturni», spiega, «lavoriamo con 5-6 auto in contemporanea».

IL TICKET. Poco prima dell'una, arriva la chiamata di una ragazza dalla piscina Comunale. Il tassista mette in moto la sua Fiat e si muove attraversando viale Corrado IV e viale della Croce Rossa, le principali arterie della Movida. Il tragitto è breve e la strada non è particolarmente trafficata come negli altri sabati.

Superato il Corner's, con il suo caratteristico bus londinese a due piani, Capestrani raggiunge la piscina e trova la giovane insieme ad alcune amiche. «Mi chiamo Giulia Barbante ho 18 anni», spiega una volta entrata nell'auto. In mano ha uno strano ticket nero che sembra quasi l'invito per una festa in discoteca. In realtà, quel ticket è un tagliando che garantisce la possibilità di effettuare una corsa gratuita il sabato sera, grazie ad una speciale iniziativa della Provincia che fissa ogni settimana un budget da mettere a disposizione del Consorzio.

Analogamente per le riduzioni della discoteca, viene distribuito da appositi pr durante la settimana. «Ho la macchina», commenta, «ma così i miei genitori sono più tranquilli se sanno che a riaccompagnarmi a casa è un taxi». Neanche il tempo di lasciare Giulia, studentessa al liceo Classico, a Coppito, che arriva una seconda chiamata dal Terzo Tempo, il locale della galleria Farroni, sulla statale 17 bis.

VERSO IL VIALE. Si tratta di un gruppo di ragazzi, quasi tutti diciottenni. «Usano il taxi», spiega Osvaldo, «per muoversi da un locale e l'altro». Due cose li accomunano, il fatto di fare tutti il liceo delle Scienze sociali e il fatto di avere avuto casa in centro fino a quella maledetta notte. «Io abitavo alla villa Comunale», spiega il giovane Lorenzo Perrucci, «ed ero abituato ad avere tutto a due passi. Adesso la mia famiglia ha casa a Coppito 3 e abbiamo perso tutti i punti di riferimento. Senza macchina, per me sarebbe impossibile poter incontrare gli amici». Situazione analoga per i suoi compagni, Luca Moroni e Federico Properzi. È quest'ultimo a scandire la destinazione: «andiamo al viale». Prima del terremoto avrebbe inteso viale Giovanni XXIII, ora quando si parla di viale si fa riferimento a viale della Croce Rossa.

Al pub «All beers», poi, salgono Valeria Fioravanti e Rafal Bihun, una coppia di 25enni, aquilana lei polacco. Rafal lavora come muratore e vive alla Caserma Campomizzi, la sua ragazza è al momento disoccupata e ora vive al progetto Case di Assergi.

Prima di andare a casa c'è ancora il tempo per fare un'ulteriore sosta davanti al bar Raise, nella zona di Acquasanta, e poi via verso l'abitato di Sassa Scalo, dalla parte opposta dell'area metropolitana.

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