Abruzzo, 6 settimane di fermo per la pesca a strascico

Il ministero ha deciso le date: dall’11 agosto fino al 22 settembre. I pescatori: "Non ha senso". Pescara senza deroga e con il porto a rischio

PESCARA. Quest’anno si può mangiare il pesce fresco fino all’11 agosto. Da quel giorno e fino al 22 settembre, in Abruzzo – così come da Pesaro fino a Brindisi – scatta il fermo pesca per tutte quelle imbarcazioni (le più grandi) munite dell’attrezzatura per l’attività “a strascico”. Per tutte le altre della piccola pesca è consentita l’attività sotto costa. Questo permetterà di gustare specialità locali a base di pesce del territorio (alici, cozze, sogliolette). Stop al crudo di calamaretti, seppioline e gamberi imperiali (le “mazzancolle”).

Ci si dovrà in qualche modo “consolare” con il prodotto che arriverà dal Tirreno, da altre regioni dell’Adriatico e dalla Croazia. Magari pagando qualche euro in più.

LE DATE. Il provvedimento che il ministero delle Politiche Agricole si appresta a firmare è quasi la fotocopia degli ultimi anni: un fermo pesca nel pieno dell’estate (l’anno scorso dal 5 agosto e nel 2012 il 6 agosto ).

La zona di pesca che va da Pesaro a Brindisi sarà congelata dall’11 agosto al 21 settembre e nelle dieci settimane successive sono previsti due giorni di stop. L’area che va da Trieste a Rimini si fermerà invece dal 28 luglio al 7 settembre. In tutto 42 giorni di stop, secondo i piani di gestione, per garantire la ripopolazione della specie ittica, ma che ai pescatori non sono mai andati giù.

Gli indennizzi per il fermo pesca 2013 sono stati appena sbloccati.

I PESCATORI. «Il fermo biologico fu applicato per la prima volta nel 1986 ed è poi divenuto legge, a detta di noi pescatori non ha portato risultati o vantaggi, né per il mare né per gli operatori», commenta ad esempio Mimmo Grosso, presidente dell’Associazione armatori di Pescara, che parla di impostazione sbagliata al punto che il governo, su suggerimento dell'Unione Europea, dovrebbe consentire alle imprese di stabilire i 40 giorni di fermo nell'arco dell'intero anno. «Bloccare la pesca in realtà che vivono di turismo nel periodo turistico non ha senso», aggiunge, «la situazione varia da realtà a realtà, nessuno meglio dei pescatori conosce il nostro mare e la nostra economia e, quindi, è giusto che siano gli operatori a valutare».

GLI INDENNIZZI. Giusto l’altro giorno il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha sbloccato 30milioni di euro della cassa integrazione per i fermi biologici 2013 e 2014, dando precedenza all’anno scorso. Basteranno?

«Ho molti dubbi», risponde Walter Squeo, presidente di Federcopesca Abruzzo, pronto alla protesta (vedi articolo accanto n.d.r.) , «tuttavia i soldi arriveranno solo quando l’accordo diventerà decreto».

IL CASO PESCARA. L’anno scorso alla marineria di Pescara, a causa dei problemi di insabbiamento del porto, fu riconosciuta una deroga del fermo biologico con uno sconto di 8 giorni. Deroga che quest’anno non c’è. «Nel 2013 fu un disastro», ricorda Grosso, «dopo 11 mesi di stop forzato, restammo bloccati per il fermo . Ora dicono che dovremo fermarci altri 40 giorni e questo complica le cose». Non abbiamo in programma nuove proteste, ma è un'indecenza».

IL PORTO E LA DRAGA. Tra l’altro gli armatori sostengono che il porto di Pescara è di nuovo semi-impraticabile sei mesi dopo i lavori di dragaggio e 13 milioni di euro spesi. La soluzione? «Introdurre una draga Abruzzo-Molise che si sposti nei diversi porti, da Giulianova a Termoli, laddove necessario». Sarebbe un buon punto di partenza», conclude Grosso, «ma a questo dovrebbero affiancarsi altre soluzioni».(a.mo.)

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