Abruzzo, anche la Pilkington lascia Confindustria

Il colosso vetrario con uno stabilimento a Vasto: "Motivi economici", ma dietro c’è la crisi di un’intera area

VASTO. Gli echi del malumore delle grandi industrie del Chietino contro Confindustria rimbalzano nel Vastese e vengono amplificati dal clamoroso addio della Pilkington.

La decisione del colosso vetrario di uscire dall'associazione di industriali è stata comunicata con una lettera indirizzata al presidente di Confindustria Chieti, Paolo Primavera dal presidente di Pilkington Italia, Graziano Marcovecchio. Il colosso vetrario saluta Confindustria insieme alle due aziende satellite, “Primo” e “Bravo”. Alla base della decisioni secondo l'ad ci sono motivi di natura economica. «E' una scelta necessaria , legata al particolare momento. Non è un addio», afferma Marcovecchio. «Uscire da Confindustria rientra nel progetto di ottimizzazione dei costi. Pilkington è già legata ad Assovetro,espressione di Confindustria che porta avanti i programmi e le strategie delle aziende del settore vetrario».

La scelta di Pilkington, che arriva dopo la defezione della Honda, sembra tuttavia raccontare il malumore delle industrie e la delusione degli operatori locali.

Inevitabile ipotizzare un possibile “effetto domino” e la fuga di molte altre aziende dall'associazione industriale del Chietino.

Pilkington da parte sua getta acqua sul fuoco, smentisce, parla di contestualità casuale della propria decisione con l'addio della Honda e insiste sulla temporaneità della propria scelta. «La decisione dell'azienda è legata alla crisi che investe l'Automotive e il Vastese e che ha costretto l'azienda a porre i lavoratori in solidarietà per due anni per evitare dolorosi tagli occupazionali», annota Marcovecchio.

Nella decisione dei manager però sono in tanti a leggere anche la ribellione del Vastese all'oblio della politica. Da troppo tempo il comprensorio è inascoltato e messo a margine.

L'agonia della Valsinello è emblematica. Che le richieste del colosso vetrario e delle industrie del territorio siano state sistematicamente ignorate è un dato di fatto. Marcovecchio ha chiesto più volte,invano, misure per poter fronteggiare la concorrenza polacca e ridurre i costi del trasporto. I competitor dell'Est soffocano l'economia locale e per vincere la concorrenza il Vastese ha bisogno di servizi e infrastrutture,oltre ad investimenti e incentivi.

La necessità di cure era stata invocata anche il 20 giugno scorso a Mozzagrogna nel corso del convegno organizzato proprio da Confindustria. E adesso sono molti gli industriali che sperano che la "separazione" di Pilkington da Confindustria possa finalmente riaccendere i fari sul Vastese.

Paola Calvano

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