Abruzzo, export in ripresa trainato dal settore pasta

Il monitor trimestrale per l’Abruzzo del Servizio studi di Intesa Sanpaolo per Banca dell’Adriatico: l'export accelera rispetto al 2009 ma solo l'alimentare ha il segno positivo

PESCARA. L'Abruzzo fatica ancora ad agganciare la ripresa, nonostante un primo trimestre 2010 incoraggiante. E' quanto risulta dal monitor del Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo per Banca dell'Adriatico.

Il calo tendenziale dei flussi di export della regione rimane infatti a due cifre (-15,1%), ma il dato risulta tendenzialmente positivo rispetto alle contrazioni superiori al 20% del trimestre precedente, e superiori al 30% nella prima metà del 2009. Il distretto più vivace è quello della pasta di Fara San Martino che torna a crescere (+12,5%) dopo che aveva risentito di un debole rallentamento dell'export nella seconda metà del 2009, complice il carattere poco ciclico della domanda di settore.

La buona performance dell'alimentare è comunque un dato omogeneo nazionale. Questo settore nel 1º trimestre del 2010 è quello che ha fatto registrare, a livello tendenziale, il numero maggiore di distretti in crescita o con un calo contenuto delle esportazioni. Ben sei distretti sui nove monitorati nello studio di Intesa Sanpaolo hanno mostrato una variazione positiva (uno in più rispetto al 4º trimestre del 2009).

Meno bene va negli altri distretti industriali abruzzesi che continuano a far registrare sensibili contrazioni, ma dove comunque, sottolinea lo studio, «si ridimensiona il ritmo di caduta degli scambi», per esempio nei distretti dell'abbigliamento sud abruzzese (-22%), dell'abbigliamento nord abruzzese (-11,1%) e del mobilio abruzzese (-13,8%).

Riguardo ai principali mercati esteri delle imprese abruzzesi, se il 2009 chiudeva con ben sei mete dell'export del distretto in difficoltà (sulle prime dieci monitorate), i primi tre mesi del 2010 introducono percentuali di ripresa anche a due cifre. Di rilievo la crescita delle export dirette in Giappone, +59,3%, che si classifica come la terza meta prediletta dalle imprese del distretto. In crescita, più contenuta, anche Stati Uniti (+1,1%) e Regno Unito (+18,3%) che rappresentano rispettivamente la prima e la seconda meta all'export. Sono invece rimaste in territorio negativo le vendite estere dirette verso la Germania (- 22,6%), alle quali si aggiungono le perdite accusate sui mercati canadese e sloveno.

Cosa accadrà nei prossimi mesi? Secondo il monitor Intesa Sanpaolo-Banca dell'Adriatico, saranno caratterizzati «da un contesto di domanda più positivo, che dovrebbe favorire la crescita degli agglomerati distrettuali sui mercati esteri. Alcuni segnali in tal senso emergono già dal balzo degli ordini riferiti ai beni del sistema moda e a quelli della meccanica, che potrebbero ridare vigore anche all'export dei distretti dell'abbigliamento e calzaturieri dell'Abruzzo. Un sostegno ai distretti potrà venire anche dal deprezzamento effettivo nominale della moneta unica europea che, in base alle nostre previsioni, pur apprezzandosi nuovamente nel medio termine, difficilmente potrà tornare sui livelli raggiunti nel corso del 2008».

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