Abruzzo, gli acquisti delle Asl passano dal Genio civile

La giunta designa il Genio civile come stazione appaltante unica per la sanità. Una soluzione transitoria in attesa che subentri l’Arit (Agenzia per l’informatica)

PESCARA. Sarà il Dipartimento opere pubbliche del Genio civile dell’Aquila la stazione appaltante unica della Regione Abruzzo per le spese sanitarie. Lo stabilisce una delibera di giunta del 4 aprile, pubblicata venerdì scorso sul Burat, il bollettino ufficiale della regione Abruzzo. Si tratta di una designazione provvisoria, in attesa che vada in porto la legge di riforma dell’Arit, l’Agenzia regionale per l’informatica e la Telematica, diretta da Sandro Di Minco, che con il nuovo nome di Aric prenderà le funzioni definitive di stazione appaltante unica.

Con l’individuazione di questo organismo, la Regione si pone, almeno nelle intenzioni, sul sentiero della buona pratica contabile, invocata dai vari commissari spending review del Governo e dal presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone (alla cui firma è stata sottoposta la scelta della stazione appaltante abruzzese). Il quale nei giorni scorsi non ha risparmiato critiche alla gestione economica del sistema sanitario italiano: «La sanità è al primo posto nei rischi di corruzione», ha detto.

Un giudizio sostenuto anche dagli addetti ai lavori: secondo una ricerca Censis che ha coinvolto 151 dirigenti sanitari, nel 37% delle aziende sanitarie italiane si sono verificati episodi di corruzione negli ultimi cinque anni, e in circa un terzo dei casi non sono stati affrontati in maniera appropriata. Ma al di là dei casi di patologia corruttiva, avere una stazione appaltante unica vuol dire soprattutto, spiega l’assessore regionale alla Sanità Silvio Paolucci, mettere ordine nella giungla dei costi: «All'interno delle quattro Asl ci sono fornitori dello stesso bene o dello stesso servizio con contrattualistiche diverse, basti fare il caso delle pulizie, con il costo a metro quadro che varia da Asl ad Asl». Un esempio che nel dibattito nazionale sugli sprechi nella sanità si affida all’immagine della famosa siringa, che a Palermo costa 10 e a Milano 4. Con la stazione appaltante unica queste cose non dovrebbero più accadere, e i bilanci dovrebbero risentirne positivamente anche se al momento non esiste una stima regionale dei benefici. Come funzionerà il meccanismo? La stazione appaltante, o soggetto aggregatore, stabilisce ogni due anni il fabbisogno in beni e servizi delle Asl, per acquisti di importo unitario superiore a 1 milione, e poi affida la gara d’appalto a una delle quattro Asl che la esegue per conto di tutte le altre. Il prezzo di riferimento non è scelto a caso, ma si prende come modello quello indicato dalla Consip. La programmazione acquisti va rispettata alla lettera, salvo aggiornamenti annuali dei fabbisogni. Se le Asl sforano le previsioni i dirigenti sono chiamati a risponderne dal punto di vista amministrativo e discliplinare; se invece si inseriscono acquisti non previsti dal programma si rischia di non ricevere alcuna forma di finanziamento, a meno che non si tratti di acquisti dovuti a eventi imprevedibili o per sopravvenite disposizioni legislative o regolamentari.

Il provvedimento della giunta è nel solco di una rivoluzione che riguarda oggi in Italia l’interno comparto della pubblica amministrazione e che ha già portato alla riduzione da 32mila a 34 del numero delle stazioni appaltanti.

I tecnici si attendono non meno di 2-2,5 miliardi di risparmio dal nuovo meccanismo centralizzato degli acquisti. Vedremo che effetti avrà in Abruzzo

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