Abruzzo, Monti boccia la Finanziaria

Il governo impugna le norme sulla sanità e sui canoni idroelettrici

PESCARA. Il governo impugna la legge Finanziaria 2012 della Regione bocciando tutte le norme sulla sanità e mettendo in difficoltà il bilancio dell'ente. Infatti tre dei cinque articoli contestati porterebbero risorse alle casse regionali per 23 milioni, ai quali vanno aggiunte somme non ancora individuate derivanti dall'aumento dei canoni idroelettrici.

La Regione, solitamente remissiva nei confronti delle impugnative di Palazzo Chigi, annuncia ricorso: «Al tavolo di monitoraggio della Sanità dimostreremo che le due norme impugnate non servono a ripianare il deficit», dice l'assessore al Bilancio Carlo Masci. «Non potranno impedirci di utilizzare per servizi essenziali risorse ferme ma disponibili». Intanto però la Regione è stata costretta a congelare le somme almeno fino al 4 aprile.

Non ci sarà invece ricorso per la prima delle norme impugnate: l'aumento dei canoni idroelettrici da 27,5 a 35 euro per MW di potenza efficiente, una norma introdotta su emendamento del consigliere Sel Franco Caramanico e approvata dalla maggioranza nell'ambito di un accordo con l'opposizione per il varo del Bilancio che ha permesso anche l'approvazione di due norme che la maggioranza si appresta già a modificare in consiglio: il blocco delle cave e i nuovi compiti della Via. Per il governo l'aumento dei canoni idroelettrici si pone in contrasto con la legge statale che garantisce «una uniformità di disciplina su tutto il territorio nazionale» e determina svantaggio concorrenziale a danno degli operatori insediati in Abruzzo.

Il governo dunque, e in particolare il ministro Piero Gnudi, scontenta l'opposizione, ma scoraggia anche i primi tentativi della maggioranza di uscire dalla camicia di forza del Piano di rientro della sanità. Vengono infatti impugnate tutte le norme che si occupano di sanità, materia che il governo ritiene ancora incardinata negli obiettivi del Piano di rientro e dunque nella responsabilità del commissario ad acta e «al riparo da ogni interferenza degli organi regionali».

Bocciato il comma 1 dell'articolo 1 che rifinanzia la legge 72/2000 che autorizza contributi ai cittadini portatori di handicap psicofisici che applicano il metodo Doman (una terapia basta su stimoli psicosensoriali). Bocciato l'articolo 6 comma 1 che destina 13 milioni di euro al servizio trasporti, una somma accantonata per un mutuo di 200 milioni di euro che la Regione avrebbe dovuto attivare per pagare parte del debito di 360 milioni sulla sanità emerso alla fine del 2010. Secondo l'assessore Masci quel mutuo non è stato mai attivato e quindi quei soldi sono liberi e possono essere assegnati al settore trasporti. Non è dello stesso parere il governo, il quale sostiene che «proprio la destinazione di tale anticipazione di liquidità alla copertura di debiti sanitari ha consentito alla regione di essere valutata positivamente e di avere accesso a una quota di spettanze residue».

L'altra norma impugnata (articolo 6 comma 2) si riferisce ai 10 milioni di euro recuperati dal bollo auto destinato a far fronte al deficit della sanità, e rimodulati dalla Regione per pagare un mutuo sempre nel settore sanità.

Impugnato infine l'articolo 44 che stabilisce che il ticket di 10 euro per le visite specialistiche non può superare il costo della prestazione (proprio ieri il consigliere dell'Idv Cesare D'Alessandro aveva chiesto che venisse applicato). No del governo anche all'articolo 42 comma 2 (valutazione performance personale sanitario); all'articolo 45 comma 2 (autorizzazione comunale all'ampliamento, costruzione o trasferimento di strutture sanitarie); e all'articolo 46 (trasferimento di prestazioni sanitarie da strutture accreditate a strutture non accreditate della stessa Asl).

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