Abruzzo, premi d'oro per i dirigenti della Regione

Raddoppiati i compensi con la retribuzione di risultato uguale per tutti

PESCARA. Un aumento dei premi di risultato conseguito nel 2010 che sfiora il cento cento. Nell'arco di dieci mesi, ottobre 2010-agosto 2011, direttori e dirigenti della Regione hanno visto incrementare tutti il proprio trattamento economico, fatta salva la voce fissa sulle retribuzioni tabellari. Per i 14 direttori oggi in carica (vedi tabella) sono stati riconosciuti «ritocchi» dello stipendio sia per le retribuzioni di posizione (circa 1400 euro in più), sia per il premio di risultato (dai 12mila euro conseguiti nel 2009 ai quasi 22mila del 2010).

I DOCUMENTI Ecco i compensi dei dirigenti regionali

Ne hanno beneficiato tutti i direttori, tranne poche eccezioni: Enrico Mazzarelli, che non ha incassato il premio; Rita Pecoraro e Gaetano Valente, i quali hanno dovuto accontentarsi rispettivamente di 14mila e di quasi 13mila euro. Analoga impostazione per i circa novanta dirigenti regionali, anche se con importi più bassi: da novemila euro di retribuzione di risultato a 16mila 700 euro ciascuno.

Alla vigilia dell'attesa riforma della burocrazia regionale, annunciata dall'assessore al Personale, Federica Carpineta, e nel pieno di una crisi economico-finanziaria che prelude a tagli drastici nella pubblica amministrazione, in Abruzzo, si va controcorrente. A segnalare l'anomalia che riaccende lo scontro sui costi della politica, è Carlo Costantini, che parla di aumenti immorali. «Alla fine del 2010», annota il capogruppo regionale dell'Idv, «definimmo il documento regionale di previsione 2011 un bilancio lacrime e sangue, ma non per tutti. Appariva vistosissima, infatti, l'incongruenza tra i proclami del governatore Chiodi, che appellandosi a principi meritocratici annunciava la riduzione del numero dei dirigenti, e l'aumento dello stanziamento alla voce retribuzioni. Domandammo: com'è possibile che riducendo il numero dei dirigenti aumentino i loro costi?».

A distanza di pochi mesi, il taglio agli organici di direttori e dirigenti rischia di non compensare più i costi dovuti agli aumenti di stipendio riconosciuti pressoché a tutti e in modo eguale. «In spregio a qualsiasi parametro meritocratico», afferma Costantini, «la giunta Chiodi ha elargito a pioggia premi che sono quasi il doppio di quelli ottenuti l'anno precedente. Ricordo perfettamente quali e quanti sacrifici aveva imposto, lo stesso bilancio, ai più deboli, ai disabili e ai precari».

L'elenco delle anomalie potrebbe continuare se si confronta la situazione abruzzese a quella di regioni vicine. Così, in Abruzzo, sono 13 dirigenti per il Consiglio regionale contro i 6 delle Marche; 85 posizioni da dirigente per la giunta regionale contro le 62 delle Marche. L'Abruzzo ha 1.342.975 abitanti, circa 200 mila in meno delle Marche che ne conta 1.560.785.

Il raffronto aiuta a capire le ragioni della polemica sollevata nei mesi scorsi da Confindustria Abruzzo sulla ipertrofia della burocrazia che rallenta progetti e autorizzazioni. Ma anche la necessità di una riforma che, giorno dopo giorno, diventa ineludibile. Così, accanto al numero e alle retribuzioni dei dirigenti che hanno maggiori responsabilità per il buon funzionamento della pubblica amministrazione, si associa la questione di un organico composto da circa 1900 dipendenti fra ente principale ed enti strumentali soppressi o ancora in vita. Sono 1200 i dipendenti della giunta (esclusi i dirigenti) ai quali si aggiungono quelli del Consiglio regionale e di agenzie come Abruzzo Sviluppo, Arssa, Aptr e Arit (soppressi) e Arta: in totale, circa 1800. Il costo complessivo dell'intero apparato è di 190 milioni all'anno, di cui 95 spesi per pagare stipendi e premi di risultato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA