Abruzzo, tassa rifiuti scontata se a casa tua fai il compostaggio

Accordo tra Regione e associazione Ecoistituto Abruzzo per incrementare il riciclaggio domestico dei rifiuti organici

PESCARA. Da un lato, si contribuisce a ridurre la mole di rifiuti da trattare, dall’altro si risparmia sulla bolletta. Già, poiché con il compostaggio, l’arte di trattare gli scarti dei prodotti alimentari che quotidianamente si consumano, si può realizzare non solo del fertilizzante, ma anche ottenere sgravi nel pagamento della Tari, il tributo relativo all’immondizia, se il regolamento del Comune lo prevede (in molti comuni abruzzesi si applica già una riduzione del 20-30% della quota variabile della Tari).

Se n’è parlato ieri, in occasione del protocollo d'intesa Mondocompost 3, siglato a Pescara tra la Regione e l'Ecoistituto Abruzzo.

L’accordo, sottoscritto dal sottosegretario, con delega all'Ambiente, Mario Mazzocca e dal presidente dell’Ecoistituto Abruzzo Giancarlo Odoardi, prevede l'organizzazione di iniziative sul territorio per promuovere l'autocompostaggio della frazione umida dei rifiuti, che rappresenta il 40% del totale del pattume prodotto, evitando così che finisca negli impianti di trattamento pubblici.

Il progetto punta a ridurre ogni anno del 15% (fino al 2022) il totale dei rifiuti prodotti in Abruzzo. Attualmente il 2% delle famiglie abruzzesi pratica il compostaggio domestico, sulla base di un piano avviato dalla Regione a partire dal 2013, e che ancora oggi prevede la concessione di contributi ai Comuni per l'acquisto delle compostiere da concedere in comodato gratuito ai cittadini.

Odoardi, è difficile fare compostaggio domestico?

«No, è qualcosa di molto facile da fare, basta avere un piccolo spazio a disposizione. Io lo faccio in garage»

Quindi chi abita in città potrebbe condurre questa trasformazione degli scarti nel suo appartamento o su un balcone?

«In appartamento no, perché si tratta di un processo biologico. Su un balcone, invece, potrebbe essere possibile».

Non si sviluppano cattivi odori?

«No, non è questo il punto, il cattivo odore potrebbe scaturire dall’azoto che si compone in forma ammoniacale, ma se il compostaggio domestico viene fatto bene non ci sono cattivi odori. ».

Ma cosa occorre per questa operazione?

«Ben poco. Dei recipienti, che fungano da camera di compostaggio, del terriccio, una cassetta aerata e del cartone sminuzzato, o, al suo posto, una manciata di pellet».

Tutto il processo di trasformazione, quanto può durare?

«Dai sei ai nove mesi. E in questo lasso di tempo va attuato il cosiddetto ribaltamento, ossia va praticata l’ossigenazione. Dopo di che, il compost che si è prodotto può essere utilizzato negli orti e nei vasi come fertilizzante, ma non come concime, che invece dà fertilità alle piante».

Quali sono i costi?

«Io ho fatto tutto da solo e ho speso venti euro per comprare tre metri di rete zincata per realizzare il silos dove inserire gli scarti. Ma ora, col progetto regionale, in più di 40 Comuni, le compostiere verranno consegnate gratuitamente a chi ne farà richiesta e di conseguenza, a costoro, verrà applicato anche uno sconto sulla Tari.

Vito de Luca

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