CORONAVIRUS

Abruzzo, via libera a calcetto e rugby. Anche con scivolate e contrasti

Firmata l'ordinanza sugli sport di contatto, restano valide le misure base di prevenzione negli impianti. In casi particolari e negli allenamenti 1000 spettatori per gli stadi all’aperto e 200 per strutture al chiuso

PESCARA. Adesso è ufficiale. Anche in Abruzzo si può tornare a praticare gli sport di contatto _ calcetto, volley, rugby, danza ecc _ all'aperto e al chiuso osservando tuttavia le restrizioni base per l'accesso del pubblico. Come è già avvenuto in altre regioni, il governatore Marco Marsilio ha firmato l'ordinanza che cancella in pratica quella divenuta famosa (e oggetto di polemiche e ironie) con la quale si dava il via libera agli sport di contatto, come appunto il calcetto, proibendo però le scivolate in campo ed i contrasti. Ora, ma di fatto lo è già da un po' di tempo, in campo si può fare tutto ciò che ammesso dal regolamento sportivo e federale.

L'ordinanza prevede una serie di allegati nella quale sono comprese le linee guida da osservare anche in occasione di eventi e competizioni sportive, attività produttive e ricreative. Le indicazioni principali riguardano il pubblico e i gestori degli impianti al chiuso e all'aperto (palestre e piscine) con il mantenimento del distanziamento sociale di almeno un metro, l'utilizzo delle mascherine, l'igienizzazione, la disinfezione e la garanzia di un adeguato ricambio d'aria.

Si legge nell'ordinanza: "A partire da lunedì 24 agosto e su responsabilità di singoli organizzatori, il numero massimo di partecipanti all’evento sportivo dovrà essere valutato dagli organizzatori in base alla capienza degli spazi individuati, in modo da poter ridurre l’affollamento e assicurare il distanziamento interpersonale, con l’obbligo di utilizzo della mascherina a protezione delle vie respiratorie". Tuttavia la Regione sottolinea che in casi particolari e in deroga ai termini temporali può essere autorizzata su singoli eventi sportivi "la partecipazione al pubblico ad eventi sportivi di minore entità, incluse le sessioni di allenamento, che non superino il numero massimo di 1000 spettatori per gli stadi all’aperto e di 200 spettatori per impianti sportivi al chiuso".

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