Accordo Fiat-Fiom, nasce il “modello Sulmona”

Turnazioni, 43 assunzioni e stop solidarietà: alla Magneti Marelli primo accordo condiviso tra azienda e sindacato

SULMONA. Parte dallo stabilimento sulmonese della Magneti Marelli la prima modifica al contratto specifico e ai nuovi turni. Il “modello Sulmona” ora potrà essere importato negli altri stabilimenti del gruppo che fanno capo ad Fca (Fiat Chrysler Automobiles).

L'accordo firmato ieri, da sindacati, vertici aziendali e lavoratori segna una svolta nelle trattative sindacali del comparto metalmeccanico e non solo. Dopo, infatti, la mobilitazione dei mesi scorsi e il braccio di ferro che ha portato ad una batteria di scioperi con adesioni fino al 90 per cento, picco storico per gli stabilimenti Fiat, ora si cambia passo. E il cambiamento parte dal basso, con le tute blu che non hanno mai digerito la nuova turnazione, salita da 15 turni settimanali a 18, con i sabati e le domeniche entrati nel calendario lavorativo anche in modo continuativo.

Ma la storica intesa approvata a stragrande maggioranza ieri in tarda serata va oltre e prevede le richieste anticipate da Fiom Cgil e fatte proprie anche dalle altre sigle.

Fra queste spiccano la conferma dell'assunzione di 43 lavoratori e la cessazione del contratto di solidarietà in vigore da più di due anni, che prevede meno ore lavorative e stipendi ridotti per gli operai.

L'accordo prevede anche ulteriori verifiche sulla turnazione, investimenti, analisi delle condizioni dei carichi di lavoro e interventi utili a migliorare le condizioni di salute e sicurezza che saranno oggetto di monitoraggio mensile e incontri congiunti tra la direzione aziendale con tutti i sindacati, compresi i delegati della Fiom (esclusi per anni dopo la firma del contratto separato e riammessi dalle sentenze dei vari tribunali).

«È il primo accordo siglato dalla Fiom nel gruppo da quando Fca ha cancellato tutti gli accordi in vigore, uscendo dal contratto nazionale nel 2011 e imponendo quello specifico», spiega Michele De Palma, coordinatore automotive Fiom, «giungere all'intesa è stato possibile, nonostante la scelta della Fim di abbandonare il tavolo unitario con Fiom, Uilm e Uglm, grazie alla straordinaria forza dei lavoratori che nel corso di queste settimane con gli scioperi, le assemblee e il negoziato hanno usato tutta le loro intelligenza per contrattare una turnistica che risponde all'aumento dei volumi produttivi, ma mal concilia vita e lavoro. È la prima volta che le turnazioni sono oggetto di confronto e non di automatica imposizione dalla Fiat».

La “rivoluzione” avviata nello stabilimento sulmonese e dai suoi 636 lavoratori è destinata a dare uno scossone negli altri siti del gruppo in Italia e in America, primo fra tutti la Sevel di Atessa. Dove nel frattempo è stata interrotta la tregua sindacale. Nella fabbrica del furgone Ducato, la più grande d’Europa, la Fiom ha indetto due giorni di sciopero conbtro gli straordinari, le ferie scaglionate e turni duri.

Federica Pantano

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