Acqua, riforma contro sprechi e disservizi

Gli Ato passeranno da sei a quattro. Srour: abbasseremo i costi delle bollette

L'AQUILA. In Abruzzo vengono distribuiti 220 milioni di metri cubi di acqua all'anno, ma solo 90 milioni vengono poi pagati. La cause del “buco” vanno ricercate nella morosità, nella dispersione dell'acqua per le reti ormai vecchie, nell'utilizzo illegale di allacci senza contatore, nella cattiva gestione. E' destinata a contrastare questo allarmante fenomeno, la riforma del ciclo idrico integrato. Il provvedimento definito una vera e propria rivoluzione è stato varato ieri dalla Giunta regionale e nei prossimi giorni comincerà l'iter in Consiglio regionale. Con la riforma, gli Enti d'ambito ottimali (Ato) e le società di gestione sono ridotte da sei a quattro (uno per provincia); i componenti dei Cda da cinque passano a tre e complessivamente il taglio è drastico, visto che da 92 si riducono a 12 (tre per ognuno dei quattro Ato) con l'eliminazione delle indennità, perché a gestire saranno i sindaci che hanno già il loro compenso di amministratore.

«Con questa riforma», ha dichiarato l'assessore Mimmo Srour «eliminiamo gli sprechi e, avendo scelto la gestione pubblica dell'acqua, dobbiamo pretendere un comportamento efficiente, efficace ed economico. Non è possibile», ha aggiunto «che l'Abruzzo, così ricco d'acqua e tanto generoso verso le regioni limitrofe, debba temere il calo delle precipitazioni». Il nuovo sistema presenta la novità dell'authority, organismo monocratico il cui costo è a carico della Regione, che eserciterà, come ha sottolineato l'assessore Srour, un monitoraggio continuo sulla gestione, che rimane pubblica, partecipata e democratica, per verificare il conseguimento degli obiettivi. L'autority sarà dotata di strumenti di controllo sul servizio e sulla gestione ed anche strumenti sostitutivi (nel caso di enti inadempienti). Dei tre milioni di euro all'anno previsti per il funzionamento complessivo del ciclo, si stima che ci possa essere un risparmio di almeno il 10%. E la bolletta potrebbe essere meno salata per i cittadini. «Nessun nuovo organismo sarà costituito» ha proseguito Srour, «l'operato dall'autority sarà sostenuto dalla Consulta dei portatori di interesse che parteciperanno gratuitamente. I costi della politica non incideranno più sulla tariffa. La legge rimette di nuovo al centro il cittadino, indirizza verso il risparmio e il rinnovo della risorsa per non pregiudicare il patrimonio idrico, la qualità della vita, la vivibilità dell'ambiente. Efficacia, economicità ed efficienza non saranno più solo slogan ma obiettivi che devono essere raggiunti».

Fisiologicamente con l'entrata in vigore della legge di riforma, saranno toccate anche le posizioni di assoluto privilegio dei vertici tecnici degli Ato che subiranno un netto ridimensionamento dei loro lauti compensi. E' previsto che anche le società di gestione, che sono Spa e quindi autonome, riducano i costi, ad esempio, arrivando a sostituire i Cda con un consigliere delegato e tagliando radicalmente i compensi. «Faccio appello a tutti i consiglieri, di maggioranza ed opposizione, di dare seguito agli annunci da tutti noi fatti, accelerando al massimo i tempi di approvazione, senza precludere a nessuno», ha concluso l'assessore «contributi migliorativi durante il percorso nelle commissioni ed in Consiglio». L'assessore auspica ora che gli effetti della riforma «possano essere visibili già entro Natale, quando gli utenti potranno verificare sulle bollette gli effetti della razionalizzazione».