Acqua, un solo Ato e tariffa unica

Primo passo della riforma, saranno liquidati i sei Ambiti in attività.

PESCARA. «È una delle riforme cardine del nostro programma elettorale». Così il governatore Gianni Chiodi commenta il progetto di legge di riforma del ciclo idrico che la giunta regionale ha approvato all’unanimità e in una sola seduta. Legge che si prepara ora al voto del Consiglio. La nuova norma costituita da un solo articolo per accelerarne l’approvazione e bloccare la ricostituzione già in itinere dei consigli d’amministrazione delle quattro Ato sopravvissute alla riforma Del Turco, semplifica e mette ordine in un congerie di società pubbliche (Ato, società di gestione, società di servizi, società di patrimonio) che per anni hanno alimentato la macchina del sottogoverno politico e distribuito, spesso al prezzo di sprechi e inefficienze, un bene essenziale come l’acqua.

Per questo Chiodi può dire con un certo orgoglio che questa legge è una «riforma di sistema che si è riusciti a portare avanti per la forte compattezza della maggioranza», mettendo la sordina così alle fibrillazioni che nei giorni scorsi hanno scosso il Pdl.
L’assessore al Ciclo idrico Angelo Di Paolo ha spiegato che il disegno di legge rappresenta «una prima fase per il rilancio del comparto produttivo, ad alto valore aggiunto per l’economia regionale anche in termini di sviluppo tecnologico e di crescita delle competenze e della competitività». La seconda fase che porterà alla riforma definitiva (già in fase avanzata di elaborazione) sarà chiusa dopo un passaggio concertativo con i Comuni, i sindacati e l’Anci.

L’aspetto più interessante per l’utente finale è, oltre alla maggiore efficienza del servizio, auspicato dal legislatore, anche l’introduzione della bolletta con tariffa unica, il cui costo potrebbe essere più basso. Oggi la tariffa viene stabilita sulla base del piano di investimenti messo in atto dall’Ato e sulla base dei costi di gestione. Due aspetti, ha spiegato il direttore del settore Pierluigi Caputi, sulle quali le Ato hanno mostrato «una forte debolezza», sia nella fase di controllo («i soggetti gestori hanno una grande libertà d’azione») che di pianificazione gestionale. La riforma riduce le società implicate nel ciclo idrico (se i Comuni vorranno mantenere in piedi le società di servizio dovranno pagarsele, perché, secondo la nuova legge, il costo non potrà incidere sulla tariffa) e rende più certi gli investimenti, che oggi vengono messi in campo con ritardo.

Quanto ai debiti maturati da alcune Ato, la prossima settimana la giunta nominerà la società che dovrà verificare i conti. Chiodi è tassativo: «Se i debiti dipenderanno da mala gestione porteremo i libri in tribunale».