Addio a Ricottilli, eroe partigiano

Fu capitano della Brigata Maiella: se ne va un pezzo di storia d'Abruzzo

AVEZZANO. Se ne va un pezzo di storia d'Abruzzo e d'Italia. In silenzio, dignitosamente, è morto Giovanni Ricottilli, partigiano coraggioso e indomabile, già capitano della gloriosa Brigata Maiella. Un grande uomo che viveva con umiltà, l'umiltà dei grandi.

CHI ERA. La storia di Giovanni Ricottilli, 95 anni, è esemplare. Ex bersagliere, poi paracadutista, reduce, pluridecorato dal fronte greco-albanese e dalla ritirata in Russia, viene sorpreso dall'armistizio a Trieste e raggiunge L'Aquila con mezzi di fortuna il 13 settembre 1943. Dopo aver organizzato e comandato la Banda partigiana "L'Aquila", divenuta poi "Giovanni Di Vincenzo", dopo la Liberazione dell'Aquila, nell'ottobre del '44 riparte con la Brigata Maiella, dove con il grado di capitano comanda la terza compagnia fucilieri.

Durante la campagna emiliana, conosce Luciana Salvan, una sfollata bolognese che diverrà la sua sposa. Il 15 luglio 1945 torna all'Aquila, dove diviene prima responsabile dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia e poi (novembre '45- maggio '49) direttore provinciale dell'assistenza post-bellica ai profughi, sinistrati, reduci e combattenti.

In questa veste, organizza il centro di Roio dove saranno raccolte sino a 1.000 persone (profughi aquilani, ma anche di Pietransieri, Ateleta ecc.). Dal 1951 si trasferì ad Avezzano dove, per anni fino alla pensione ha diretto l'Ufficio postale centrale.

LE ONORIFICENZE. Alle sue tre medaglie di bronzo al valore militare e alle tre croci di guerra al merito conquistate prima dell'armistizio, aggiunge un'altra medaglia di bronzo e la croce di merito con spade di bronzo dell'esercito polacco. Fu decorato anche con Medaglia d'Argento al valore partigiano. Il 5 maggio 1993 il presidente della Repubblica, con decreto 17 dicembre 1991, gli concesse la Medaglia d'Argento al valore militare. Il 25 aprile 2004, nel corso di una manifestazione indetta dal Comitato "13 giugno 1943" e tenutasi al Palazzetto dei Nobili, l'allora sindaco dell'Aquila, Biagio Tempesta, gli concesse "Il sigillo della Città", per i meriti acquisiti nel corso della sua lunga battaglia in difesa della patria, della democrazia e della libertà. Ricottilli è morto a Roma, nel Policlinico Umberto I, assistito dai figli Marcello e Massimo e dalla moglie Luciana che aveva sposato nel 1944 (compare d'anello fu il comandante Ettore Troilo) mentre erano entrambi impegnati come partigiani combattenti nella guerra di Liberazione.

MALVESTUTO. Gilberto Malvestuto era tenente della Brigata Maiella e comandava la sezione mitraglieri. Il suo ricordo è commosso: «Giovanni Ricottilli comandava la 3ª compagnia fucilieri della Brigata Maiella, era molto amico del giudice Mario Tradardi. A Recanati quando la Brigata prese nuove forze ci fu un arruolamento corposo. Ci conoscemmo lì. Siamo stati insieme più di un anno. Lui comandava i fucilieri, era sempre sul campo di battaglia, in prima linea. Un uomo valoroso».

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