«Adesso un riconoscimento simbolico»

PIETRANSIERI. Se i mandanti della strage di Pietransieri (frazione di Roccaraso), avvenuta nel novembre del 1943 – della quale è stato celebrato di recente il 71° anniversario – resteranno impuniti...

PIETRANSIERI. Se i mandanti della strage di Pietransieri (frazione di Roccaraso), avvenuta nel novembre del 1943 – della quale è stato celebrato di recente il 71° anniversario – resteranno impuniti a causa della loro morte avvenuta ormai da diversi anni, la decisione della Consulta potrà servire, se non ottenere una condanna, almeno per avere un risarcimento simbolico per il crimine di guerra .

Per molto tempo il responsabile del massacro – 128 vittime, in maggioranza donne e bambini, alcuni dei quali anche di pochi mesi – è stato considerato il conte Von Der Schulenburg, che era però membro del primo battaglione paracadutisti e non del terzo, quello che effettivamente operò nella frazione di Pietransieri. A smentire quella che nel primo dopoguerra era un’opinione ampiamente diffusa sono state le ricerche di archivio compiute di recente che hanno indicato come mandante dell’eccidio George Schulze, ufficiale morto nel 1993 e in precedenza decorato anche con croce d’argento nello stesso 1943, anno dell’eccidio di Pietransieri.

Fu quindi l’ufficiale Schulze ad ordinare il massacro, con una decisione che probabilmente venne presa senza neppure consultare i suoi superiori dal momento che in questa, come in altre zone del territorio, operavano in quel periodo militari ai quali era lasciato un certo margine d’azione.

Nel caso specifico di Pietransieri, quindi, la decisione dell’eccidio venne presa nell’arco di poche ore da un ufficiale subalterno che a causa della debolezza dimostrata nei giorni precedenti condannò ad una morte ingiusta 110 persone (il 21 novembre, infatti, vennero uccise 110 persone, numero che sale a 128 aggiungendo le vittime trucidate nei giorni precedenti). Temendo l’imminente attacco da parte dei canadesi che avevano iniziato alcune operazioni sul fiume Sangro, il comandante Schulze decise di sterminare tutte quelle famiglie che si erano rifugiate nella fascia di sicurezza, quella zona cioè che doveva essere libera dalla presenza di civili per operazioni di guerra.

Il militare, invece di organizzare un esodo anche forzato di coloro che si erano rifugiati nei boschi dei Limmari dopo l’ordine di evacuazione del paese, preferì ricorrere alla barbara violenza per evitare di esporsi al rischio di punizioni non avendo provveduto ad allontanare la presenza di civili in una zona in cui non dovevano essere presenti.

La strage di Pietransieri si sarebbe potuta evitare, se solo i tedeschi avessero fornito ai cittadini, ignari di quanto stava per accadere, mezzi per spostarsi in una zona più sicura e libera dalle operazioni militari. C’è poi da considerare che le indagini sull’accaduto iniziarono con netto ritardo; solo nel 1947 il capitano inglese Stayer ispezionò i luoghi della strage iniziando a raccogliere testimonianze e indizi. Ma già da allora non riuscì ad individuare responsabili precisi parlando in modo generico di una prima divisione paracadutisti.

Claudia Sette

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