Agricoltura, 412 milioni da investire

I fondi Ue dovranno essere spesi entro il 2015. Raggiunto l'obiettivo di quest'anno

PESCARA. Entro il 2015 la Regione deve spendere per il settore agricolo tutti i 412 milioni di euro di fondi europei 2007-2013 a essa destinata, che diventeranno 620 milioni con la quota della parte privata. Si tratta dell'ultima tranche di fondi disponibili prima dell'entrata in vigore della nuova Pac (politica agricola comunitaria) 2014-2020 che prevederà un cambio radicale nel metodo di erogazione.

I fondi sono robusti ma il tempo è poco, per questo la Regione dovrà vigilare sul loro utilizzo per evitare qualsiasi rischio di disimpegno.

Secondo l'assessore regionale Mauro Febbo, la Regione è in linea con gli obiettivi dell'anno in corso con una spesa di circa il 95,7% (su un totale di circa 67 milioni), grazie al quale è stato scongiurato concretamente il rischio di disimpegno dei fondi. L'Abruzzo si confermerebbe anche tra le regioni più virtuose, attestandosi al secondo posto nella graduatoria nazionale. Quanto alla nuova Pac c'è il rischio di un taglio dei fondi per l'ingresso dei nuovi paesi membri, ma fanno discutere le proposte di regolamento approvate dalla commissione europea e che saranno oggetto di trattativa nei prossimi mesi. Secondo Febbo però sarebbe stato scongiurato il taglio del 5% sull'asse I (miglioramento della competitività del settore agricolo, la parte più sostanziosa dell'intervento) paventato da molti.

Ma «l'aspetto che più ci preoccupa riguarda il rinvio della discussione sulle linee e gli importi del Psr con il Commissario europeo Soros che si è riservato di affrontare questi argomenti il prossimo anno».

Tra le misure della nuova Pac si farà una revisione della ripartizione delle dotazioni nazionali per i pagamenti diretti (gli Stati membri che ricevono un pagamento diretto per ettaro inferiore al 90% della media europea vedranno aumentare il proprio budget di un importo pari ad un terzo del divario); l'abbandono dei pagamenti storici entro il 2019 a favore di pagamenti uniformi per ettaro, a scelta su base nazionale o regionale. Non saranno più concessi aiuti agli agricoltori che possiedono per lo più aree sulle quali non svolgono l'attività minima richiesta. Saranno infine incentivate le pratiche agricole "verdi", quali la diversificazione delle colture e il mantenimento dei pascoli permanenti e di superfici ecologiche (quali ad esempio muretti, fasce inerbite, ecc.).

Ci saranno poi aiuti per i giovani agricoltori, e per agricoltori che operano in zone caratterizzate da svantaggi naturali, e pagamenti semplificati per i piccoli agricoltori. Tornando al piano in vigore, una parte dei fondi europei per lo sviluppo rurale, pari all'11% del totale, 43 milioni, è destinata ai Gal (gruppi di azione locale). La settimana scorsa è stato presentato il primo piano di un Gal abruzzese, l'Appenino Teramo (gli altri Gal sono l'Abruzzo italico Alto Sangro, il Gal Gran Sasso Velino, il Gal leader Teramano; Gal Terre pescaresi, Gal Maiella Verde), basato, come ha detto il presidente Carlo Matone, sulla valorizzazione «dell'unica cosa che non può essere copiata o delocalizzata: quell'insieme di valori che rappresentano l'identità del territorio».

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