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Altro che Expo, l’occasione è il Giubileo

Attesi 25 milioni pellegrini per l’Anno Santo straordinario. L’Abruzzo può offrire una rete di “cammini” tra chiese ed eremi

PESCARA. Altro che Expo, qui bisogna puntare sul Giubileo della Misericordia, quello annunciato a sorpresa venerdì da Papa Francesco. Partirà l’8 dicembre per chiudersi a novembre del 2016. A Roma aspettano l’arrivo di 25 milioni di pellegrini. E allora i conti sono presto fatti: rispetto all’Expo il Giubileo dura il doppio, porta il doppio dei visitatori e li porta a un’ora di macchina dall’Abruzzo. Certo, si potrà obiettare che il target è diverso, ma per il turismo l’occasione è irripetibile. E forse è irripetibile anche per una infrastruttura come l’aeroporto di Pescara (e forse Preturo) in cerca di un’occasione per mettere al sicuro il suo futuro.

Lo sa bene Enzo Di Martino, ex assessore provinciale a Chieti e ora animatore dell’associazione Cammino di San Tommaso a Ortona. «Nel Giubileo del 2000 perdemmo una grande occasione. Allora ero assessore, facemmo cose, cercammo contatti, ma non riuscimmo a inserirci perché non avevamo il prodotto. Adesso il prodotto c’è e c’è gente che fa accoglienza: questo è il Cammino di San Tommaso da Roma a Ortona, che non ha nulla da invidiare al Cammino che porta da Roncisvalle a Compostela». E se oggi Compostela fa 5 milioni di presenze e in cammino si mettono almeno in 300mila, chissà cosa potrebbe portare il Giubileo all’Abruzzo. «A noi ne bastano 10mila per partire», dice Di Martino, «e non dimentichiamo che Compostela era quasi sconosciuta prima del 1980 quando c’andò Papa Giovanni Paolo II». Va però superato un handicap, dice Di Martino, pensare cioè che il cammino sia una promozione di Ortona. «Invece è una promozione di tutto il territorio, perché solo chi cammina può apprezzarlo. E si può camminare ovunque. È sufficiente che un sindaco metta un cartello giallo per inserirsi. È un investimento a costo zero». Il modello è ancora Compostela. «Inizialmente era un cammino lineare da Roncisvalle a Santiago», spiega Di Martino, «oggi è una ragnatela di cammini. Così Ortona: tutti se ne possono avvantaggiare: Lanciano, Bucchianico, Villa Santa Maria...». O Sulmona che si collega al cammino attraverso i luoghi cari a Celestino V: la cattedrale di San Panfilo, l'abbazia di Santo Spirito, l'eremo, proseguendo poi per Roccacasale e l'abbazia di San Clemente a Casauria. E da lì si può confluire nel Cammino del Volto Santo, legato a Manoppello e promosso da 21 sindaci di Lazio e Abruzzo; o deviare per la scala santa di Campli. Per non parlare dell’Aquila (vedi box di lato). «Certo, il turismo religioso è povero», dice Di Martino (51 euro al giorno la spesa media), «ma la gente poi racconta e posta foto sui social forum e il ritorno può essere forte». Non va poi sottovalutato l’effetto Bergoglio. Secondo l’Isnart (Istituto nazionale ricerche turistiche) oggi il 4% dei vacanzieri è in qualche modo legato a un viaggio religioso e visita non solo Roma, ma anche Assisi e altre città che ospitano santuari, come Padova, Pompei, Loreto, San Giovanni Rotondo. Sempre l’Isnart racconta che il 60% di questi pellegrini è straniero (45,3% europeo) e che il ruolo del turista religioso è doppiamente importante per il comparto turistico: sceglie la bassa stagione ed è sensibile a ecologia ed enogastronomia. Verrebbe da dire: cosa meglio dell’Abruzzo?

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