Angelini, 42 milioni di troppo

I tagli del centrosinistra ai ricoveri: 10 cartelle a paziente.

PESCARA. Cartelle cliniche che si aprono e si chiudono, pazienti che solo sulla carta passano da un reparto all’altro, «salvo il fatto», spiegano i carabinieri del Nas nel rapporto inviato alla procura di Pescara il 16 luglio 2008, «che il paziente era ospitato sempre sul medesimo posto letto. Tale comportamento ha determinato, a volte, anche l’apertura di dieci cartelle cliniche per un medesimo paziente». Ecco, ancora una ulteriore «chiave di lettura dell’intero sistema» di come hanno operato le cliniche private in Abruzzo e, per quanto riguarda i Nas, in particolare il Gruppo sanitario della famiglia Angelini con Sanatrix, Santa Maria e Villa Pini.

Un sistema che ha mandato in tilt i conti della Regione e costretto le imprese e le famiglie abruzzesi a ripianare i debiti delle Asl subendo la tassazione più alta d’Italia. Lo scenario che i Nas mettono a punto dopo accurati controlli è quello delle verifiche fatte dalla Cip (Commissione ispettiva permanente) e dai Ct (Consulenti tecnici della procura). I conti dicono che fino al 2004 (giunta regionale di centrodestra) e con Commissari ispettivi nominati dalla stessa giunta, ai conti presentati da Villa Pini sono stati apportati tagli di soli 14 mila euro, mentre i Ct decurtano nove milioni.

Dal 2005, (giunta regionale di centrosinistra: presidente Del Turco assessore alla sanità, Mazzocca), la Cip viene rinominata e stando ai numeri, la musica cambia totalmente: i commissari Cip ravvisano irregolarità nelle richieste di Villa Pini per oltre 18 milioni 718 mila euro, un taglio che supera quella dei Ct che arrivano solo a 13 milioni 329 mila euro. I tagli diventano ancora più drastici nel 2006. I Commissari ispettivi ritengono che 23 milioni 830 mila euro non sono dovuti al Gruppo Villa Pini. Così nel giro di due anni, i Consulenti tecnici della procura dicono che ad Angelini vanno tagliati 25 milioni di euro, mentre per i Commissari ispettivi nominati dalla Regione i tagli devono ammontare a 42 milioni. Stessa scure si sarebbe abbattuta anche per il 2007. Anzi sarebbero stati tagli ancora più pesanti.

A questo punto, però, è necessario chiarire il ruolo delle Cip. Nel 2004, la Commissione ispettiva presieduta dall’attuale sindaco di Montesilvano, Pasquale Cordoma ignorando il conflitto di interessi (la consorte Silvia Alberici era dipendente Angelini), con le norme del centrodestra fece controlli solo sul 5% delle prestazioni dalle cliniche. La svolta avviene con il primo anno di governo del centrosinistra e la nuova Cip. I controlli portarono a conclusioni stupefacenti: il 30-40% delle prestazioni erano da contestare. Così l’assessore Mazzocca decise di far salire la quota dei controlli del 50%. Ma bisogna attendere il primo gennaio 2008 per dare il via libera al 100% delle verifiche.

L’alzata di scudi della Regione provocò la reazione delle cliniche che accusarono la giunta di vessazione. Le cronache giudiziarie raccontano che il 14 luglio, (un mese dopo il rapporto dei Nas alla procura di Pescara dove si chiedeva l’arresto dell’imprenditore Vincenzo Angelini e della moglie Anna Maria Sollecito e di 4 altri amministratori del gruppo), la guardia di finanza e i carabinieri bussarono alle porte di Del Turco, di Mazzocca ed altre 8 persone per far scattare gli arresti con l’accusa di associazione a delinquere. Un blitz fatto a seguito delle dichiarazioni raccolte dalla procura di Pescara dell’imprenditore Angelini su presunte tangenti date ad esponenti politici a causa delle vessazioni subite.

Nel 2009 con l’arrivo del centrodestra e la giunta Chiodi e l’assessore alla sanità Venturoni, c’è stato un altro cambio con la nomina di nuovi commissari Cip. Anche in questo caso i Commissari sono stati al centro di tensioni con il gruppo Villa Pini, tensioni sfociate con il «sequestro» di Venturoni negli uffici della giunta da parte di un gruppo di dipendenti di Angelini. Per l’occasione si pretese un incontro con il neo presidente Cip, che da Vasto dovette tornare a Pescara, al quale un dirigente del Gruppo contestò le cifre in contenzioso.