Anno giudiziario, i pm: "Mandate gli ispettori a Pescara"

I magistrati abruzzesi non aderiscono alla protesta. Trifuoggi chiede un’ispezione: «Qui è tutto in regola». Lettera al ministro dei magistrati di Sanitopoli: c’è una campagna di delegittimazione

PESCARA. Sì all’ispezione ministeriale, no alla campagna di delegittimazione. E presenza assicurata sabato all’Aquila, quando arriverà il ministro della Giustizia Angelino Alfano. A due giorni dall’inaugurazione dell’anno giudiziario e in un clima politico di grande tensione, i pm pescaresi di Sanitopoli scendono in campo e invitano il Guardasigilli a fare chiarezza sulle modalità dell’inchiesta che vede coinvolto Ottaviano Del Turco. Il procuratore Nicola Trifuoggi e i sostituti Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli hanno inviato ad Alfano una lettera nella quale si domanda «formalmente di voler disporre l’invocata ispezione ministeriale anche al fine di consentire a lei di rispondere con più elementi agli interroganti» dopo le interpellanze bipartisan parlamentari sul caso Del Turco.

Secondo i pm, è in corso «una campagna di delegittimazione nei confronti dell’operato dei magistrati titolari del procedimento» che nel luglio del 2008 portò alla decapitazione della giunta di centrosinistra e all’arresto dell’ex governatore per le presunte tangenti pagate dall’imprenditore Vincenzo Angelini, pure indagato. La missiva della Procura, indirizzata anche a Napolitano, Mancino e al pg della Corte d’Appello dell’Aquila Giuseppe Falcone, parla di deligittimazione «non solo da parte di politici, ma anche di una parte degli organi di informazione, come se fosse già stato celebrato il processo, all’esito del quale gli imputati sarebbero stati assolti. Nulla di tutto questo è avvenuto». Per i pm di Sanitopoli, «dal tenore di alcune interrogazioni parlamentari si adombrano dubbi e sospetti sulle indagini compiute, sino al punto da lasciar credere all’opinione pubblica che sarebbero state occultate prove a discarico», come rimarcato più volte da Del Turco in tv. I pm spiegano che «al di là della non corrispondenza al vero di alcune dichiarazioni... resta il fatto inquietante della pervicacia con cui si sostiene che siano stati violati diritti costituzionali sino, addirittura, a compromettere irrimediabilmente lo svolgimento della vita democratica della Regione, per effetto dell’esercizio della giurisdizione». Ecco perché l’invito formale al ministro di disporre l’ispezione in quanto «confidiamo che l’esame degli atti possa contribuire a ristabilire la verità sia nei confronti dell’opinione pubblica, sia in vista del processo». I magistrati abruzzesi resteranno in aula quando Alfano interverrà alla cerimonia di sabato all’Aquila. Di Florio, presidente dell’Anm dell’Abruzzo, ha detto che la «decisione di non abbandonare la sala è stata presa proprio per la presenza del ministro e, quindi, per rispetto nei confronti dell’istituzione», oltre che «per la situazione in cui versa la Corte» abruzzese. Per i consiglieri regionali Maurizio Acerbo (Prc) e Antonio Saia (Pdci), «i magistrati pescaresi sono oggetto di una campagna di delegittimazione bipartisan che ha superato ogni livello di decenza: il nostro ordinamento non prevede che assoluzioni e condanne vengano decise nei salotti tv, ma nei tribunali». Anche il vice coordinatore del Pdl abruzzese, il senatore Fabrizio Di Stefano, ha apprezzato l’iniziativa dei pm.

(cr.re.)